Home C'era una volta Andy Gibb, il fratellino dei Bee Gees

Andy Gibb, il fratellino dei Bee Gees

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Il 13 marzo 1988, mentre è impegnato nella registrazione di un nuovo album per la Island Records muore a trent’anni Andy Gibb, per tutta la vita considerato “il fratellino dei Bee Gees”.

Più un problema che un aiuto

Andrew Roy Gibb, questo è il suo nome completo, è il minore dei fratelli Gibb, i tre membri dei Bee Gees, ma essendo più giovane di dieci anni, per lui il successo dei fratelli famosi diventa un ostacolo e non un aiuto. I primi passi in musica li muove nella natìa Australia dove dà vita a una propria band. Nel 1977 il “fratellone” Barry Gibb e il manager Robert Stigwood lo convocano a Miami per farne una star. Con Barry come protettore, autore e produttore, Andy pubblica l’album Flowing rivers, che ottiene un successo eccezionale, così come i singoli I just wanna be your everything e (Love is) thicker than water.

Il successo e le crisi

Il successo continua nel 1978 con l’album Shadow dancing e con il singolo omonimo, ma la sua popolarità vive di alti e bassi a causa delle frequenti crisi e i problemi legati alla tossicodipendenza. Nel 1980 un singolo in coppia con Olivia Newton-John e l’album After dark confermano il declino della sua stella. Nel 1981 registra All I have to do is dream con Victoria Principal, la popolare interprete della serie televisiva “Dallas”, e debutta come attore a Los Angeles in “The Pirates of Penzance”. Dopo alcune presenze in altri lavori teatrali canadesi e statunitensi, nel 1985 viene ricoverato a lungo in una clinica per risolvere i propri problemi di dipendenza dalle droghe. È una battaglia lunga e difficile nella quale alla fine soccomberà.

 

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".