A partire dalla rivoluzione industriale l’uomo, grazie al costante progresso tecnologico, ha perfezionato sempre più i suoi sistemi produttivi con l’unico fine di massimizzare i profitti.
La concorrenza del libero mercato ha portato a una costante diminuzione dei prezzi in base a una filosofia produttiva fondata sulla competizione, fattore distintivo del modello di economia lineare.
Secondo questo schema la produzione cerca di adeguarsi costantemente alle richieste del mercato innescando un meccanismo che dovrebbe garantire una crescita teoricamente infinita.
Il condizionale è d’obbligo perché in realtà questo modello non considera che alcuni beni consumati nel ciclo produttivo non possono essere ricreati e che alcuni scarti dei processi produttivi creano rifiuti che non possono essere smaltiti in modo conveniente per chi li genera.
L’economia lineare è un modello che alimenta sprechi immani in quanto il prezzo dei nuovi beni è così basso che conviene acquistare un prodotto nuovo nel caso in cui quello già acquistato abbia un problema o un guasto. Il costo per ripararlo sarebbe infatti superiore al costo di acquistare un prodotto nuovo.
I produttori di beni materiali sono così incentivati a creare prodotti caratterizzati da una vita molto breve proprio per rispettare l’esigenza che il cliente preferisca acquistarne a breve uno nuovo invece che riparare quello già posseduto.
Questo fenomeno prende il nome di obsolescenza programmata e grazie all’intervento del legislatore sono oggi previste sanzioni molto rilevanti per le aziende ritenute responsabili di questa pratica nociva.
Il nuovo modello di economia circolare ha invece l’obiettivo di creare un sistema produttivo sostenibile nel senso di avere come obiettivo la creazione profitti equi nel rispetto dell’utilizzo di risorse che possano essere reintegrate nei futuri cicli produttivi.
Le materie prime non possono quindi essere utilizzate al di sopra di un livello che non ne consenta un ripristino per tornare al livello di disponibilità precedente.
Il legno ricavato dal taglio degli alberi è un esempio di immediata comprensione per far capire come una materia prima non possa essere disponibile in quantità infinita se gestito in modo irresponsabile: se le foreste vengono tagliate a un ritmo che non consente una ricrescita delle piante le generazioni successive non avranno più boschi da cui ricavare il legno.
È quindi necessario prevedere di mettere a dimora nuovi alberi per compensare quelli che vengono tagliati ed è fondamentale anche prevedere che le nuove piante prima di diventare grandi a sufficienza per avere lo stresso effetto di assorbimento di CO2 di quelle tagliate abbiano bisogno di anni.
Il ruolo del sistema creditizio per promuovere un modello di sviluppo circolare
Per fortuna le aziende iniziano a comprendere l’importanza di migrare verso un modello di economia circolare e si stanno gradualmente attivando nei rispettivi ambiti di competenza.
Intesa Sanpaolo è una delle realtà italiane che ha messo in essere importanti azioni per sostenere la migrazione verso un modello di economia circolare creando un’offerta di prodotti di finanziamento e di consulenza dedicata a tutte le tipologie di clienti.
Un altro ambito su cui è attiva Intesa Sanpaolo è quello dell’implementazione di nuovi criteri per la gestione dei rischi ambientali connessi all’erogazione di finanziamenti.
Pensate che nel 2020, le erogazioni del Gruppo per la Green Economy sono state pari a 1.985 milioni di euro (quasi 22 miliardi nel periodo 2010-2020).
Alcuni esempi
Un esempio concreto di interventi di Intesa Sanpaolo per quanto riguarda i privati consiste nell’erogazione di prestiti e mutui con finalità ambientali, come ad esempio nel caso di:
– sostituzione di infissi e installazione di nuove caldaie ad alte rese,
– interventi di efficientamento energetico su immobili,
– acquisto di mezzi ecologici,
– installazione di pannelli solari e fotovoltaici.
Iniziative analoghe legate a finanziamenti per incentivare l’efficientamento energetico delle attività produttive sono state messe in atto verso le aziende e verso il terzo settore.
Tra le iniziative dedicate alle imprese segnaliamo il nuovo finanziamento ESG-Linked S-Loan caratterizzato dalla condivisione da parte delle imprese degli obiettivi di miglioramento delle proprie performance di sostenibilità, attraverso precisi impegni presi con la Banca mediante specifici indicatori soggetti a monitoraggio annuale, certificato dall’impresa nella nota integrativa al bilancio, e per la previsione di forme di “premialità” in termini di condizioni agevolate, grazie alle riduzioni di tasso riconosciute alle imprese che raggiungono gli obiettivi fissati.