Le opere di Ettore Spalletti, una dimensione emozionale, uno spazio che invita alla riflessione – Il cielo in una stanza – allestite alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea; a cura di Éric de Chassey e dal 26.10.2021 al 27.02.2022.
Ettore Spalletti è (stato) uno dei più rigorosi e noti artisti italiani dagli anni ’70 ad oggi e la sua caratteristica principale risiede in quello che è stato definito incontro perfetto tra scultura e pittura. La superficie delle opere viene definita e poi viene trattata con i pigmenti in modo da renderla diafana e leggera, con un procedimento lento che prevede la preparazione di un impasto con colla, gesso e pigmento. L’artista usa poi una carta abrasiva per ottenere una superficie dalla realtà quasi impalpabile, ottenendo una materia, ricca di suggestioni atmosferiche. Il finale di questa operazione sono strutture minimali, geometrie essenziali, prevalentemente in legno e marmo, che si animano attraverso un colore monocromatico formato da strati di pittura sovrapposti, una materia ruvida che assorbe la luce e la rimanda in vibrazioni; un modo questo che crea tensione tra le forme che non rimandano ad uno spazio, ma lo creano. I colori del resto sono pochi ed essenziali, variabili e in cangianti tonalità, soprattutto in qualche modo mentali ed ancorati alla memoria dell’artista: l’azzurro, il giallo ed il rosa. Anche il “grigio” non è mai neutro, poiché entra in vibrazione con ogni altro colore.
La scena si apre in un mondo quasi magico, ma soprattutto come in un microcosmo planetario pulsante. Le citazioni della Città ideale e di Piero della Francesca sono inevitabili, ma a differenza di Piero, i valori intellettuali e spirituali del nostro tempo assumono una valenza nostalgica, un desiderio di purezza perduto che procede verso una tensione metafisica di luoghi mentali nel quali l’umanità è scomparsa, oppure guarda da fuori la realtà, addirittura per ricrearla … come nella celebre canzone di Gino Paoli il cielo in una stanza, titolo della mostra.
L’artista si è spento a 79 anni nella sua casa di Spoltore (Pescara) rimanendo uno dei nomi più illustri dell’arte contemporanea, è divenuto celebre in tutto il mondo per la sua ricerca tesa a esplorare l’universo cromatico, tra pittura e scultura. Nonostante il successo internazionale, non ha mai reciso il legame con la sua terra che non ha mai abbandonato, ricreandola viva e pulsante nelle sfumature mediterranee e solari delle sue opere.
In mostra, le opere provenienti dallo Studio Ettore Spalletti si affiancano ad altre opere appartenenti alla collezione permanente della Galleria Nazionale, esposte come inserti in Time is Out of Joint –
*Le foto dell’articolo sono di Valter Sambucini
- Ho curato questa mostra – dice Éric de Chassey – con l’obiettivo di permettere ai visitatori della Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di sperimentare quella gioia profonda, quell’esperienza improvvisa che ho provato visitando le mostre ideate da Ettore Spalletti quando era in vita, anche se so bene che si tratterà ora di una gioia diversa –
Éric de Chassey è direttore dell’Istitute National d’Histoire de l’Art (INHA), a Parigi, e professore di storia dell’arte moderna e contemporanea all’École normale supérieure di Lione, Francia. Tra il 2009 e il 2015 è stato Direttore dell’Accademia di Francia a Roma – Villa Medici. È autore di diverse pubblicazioni sulle arti e la cultura visiva del XX e XXI secolo e ha curato numerose mostre, in Francia e nel resto del mondo.
Ettore Spalletti (1940-2019) è nato a Cappelle sul Tavo – Pescara, dove ha trascorso tutta la sua vita. Le sue opere sono state presentate a Documenta a Kassel (1982, 1992), alla Biennale di Venezia (1982, 1993, 1995, 1997) e in mostre personali a Essen (Museum Folkwang, 1982), Gand (Museum Van Hedendaagse Kunst, 1983), Rennes ( Halles d’art contemporain, 1988), Francoforte (Portikus, 1989), Monaco (Kunsteverein, 1989), Amsterdam (De Appel, 1989), Parigi (Musée d’art moderne de la Ville de Paris, 1991), New York (Guggenheim Museum, 1993), Anversa (Museum van Hedendaagse Kunst, 1995), Strasburgo (Musée d’art moderne et contemporain, 1998), Napoli (Museo di Capodimonte, 1999), Madrid (Fundaciòn La Caixa, 2000), Leeds (Henry Moore Foundation, 2005), Roma (Accademia di Francia, Villa Medici, 2006; Galleria Nazionale d’Arte Moderna, 2010), Kleve (Museum Kurhaus Kleve, 2009), Venezia (Palazzo Cini, 2015), Principato di Monaco (Nouveau Musée National de Monaco, 2019). Nel 2014 la più completa retrospettiva dell’opera dell’artista, intitolata Un giorno così bianco, così bianco, è stata allestita in un circuito museale formato dal MAXXI di Roma, dalla GAM di Torino e dal Museo Madre di Napoli. Tra le installazioni permanenti la Salle des dèparts (1996), per l’Hôpital Ray-mond-Poincaré a Garches – Parigi, e la Cappella (2016) realizzata insieme all’architetto Patrizia Leonelli per la Casa di cura Villa Serena, a Città Sant’Angelo – Pescara.
Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, viale delle Belle Arti 131 – Roma – Ingresso accessibile via Gramsci 71 – Orari di apertura dal martedì alla domenica: 9.00 – 19.00. Ultimo ingresso 45 minuti prima della chiusura.