Home C'era una volta Mario Lanza, una voce da leggenda

Mario Lanza, una voce da leggenda

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Il 7 ottobre 1959 il tenore Mario Lanza muore a Roma nella Clinica Valle Giulia dove era stato ricoverato d’urgenza per un malore.

Il debutto come tenore

Figlio di un emigrato italiano, Mario Lanza, registrato all’anagrafe con il nome di Alfredo Arnold Cocozza, nasce a Philadelphia, in Pennsylvania, il 31 gennaio 1925. Dopo aver compiuto regolari studi di canto alla Berkshire School, nel 1947 debutta come tenore nell’opera “Le allegre comari di Windsor” a Tanglewood nel Massachusetts, ottenendo un successo strepitoso.

Una voce potente

Dotato di una voce potente diventa rapidamente uno degli interpreti più popolari del mondo, grazie anche a una lunga serie di film musicali. Nel suo repertorio figura una lunga lista di canzoni napoletane tradizionali, ma anche moderne come Guaglione, Come prima, Resta cu’ mme e Stradanfosa. Quando la morte lo sorprende a Roma ha trentaquattro anni. La sua voce e il suo nome entrano nella leggenda.

 

 

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".