Il 18 giugno 1980 a New York viene proiettato per la prima volta in pubblico il film “The blues brothers”, una commedia musicale che ha per protagonisti John Belushi e Dan Aykroyd.
Un successo casuale
Il film, che racconta le avventure dei fratelli Jack ed Elwood Blues alla ricerca di fondi per salvare dalla chiusura l’orfanotrofio nel quale sono stati allevati, riporta all’attenzione del pubblico di tutto il mondo un genere, come il blues, che sembrava definitivamente oscurato dall’avvento delle nuove mode musicali. Del cast fanno parte alcuni “mostri sacri” della storia della musica internazionale come Aretha Franklin, Ray Charles, James Brown, John Lee Hooker e Cab Calloway. I personaggi, Jake e Elwood Blues, sono stati creati da Belushi e Aykroyd negli spettacoli dello show televisivo “Saturday Night Live”, mentre il nome “The Blues Brothers” è un’idea di Howard Shore. I retroscena e i profili dei due fratelli invece sono stati sviluppati da Aykroyd in collaborazione con Ron Gwynne.
Il misterioso Scriptatron GL-900
Tutto inizia quando, sull’onda del successo televisivo nel 1978, nasce davvero la band che pubblica l’album Briefcase Full of Blues. Oltre a Jack ed Elwood ne facevano parte Paul Shaffer alle tastiere, Steve Cropper e Matt Murphy alla chitarra, Donald Dunn al basso, Steve Jordan alla batteria, Alan Rubin alla tromba, Lou Marini, Tom Scott e Tom Malone ai sassofoni. Proprio le note di copertina dell’album contribuiscono a innervare la storia del film. In esse si può leggere che i due fratelli sono cresciuti nell’orfanotrofio del comune di Rock Island in Illinois, dove hanno imparato il blues da un inserviente di nome Curtis e suggellando il legame di sangue con il taglio del dito medio eseguito con la corda della chitarra che Jack dice essere stata di Elmore James.Quando Aykroyd e Belushi dicono in un intervista che si può fare un film sui Blues Brothers si scatenano le offerte degli studios. Alla fine la spunta la Universal che prevale sulla Paramount. La regia viene affidata a John Landis, ritenuto l’unico in grado di tenere a bada Belushi, che ha già diretto in “Animal House”. In quel momento non c’è ancore né un bilancio né un copione. Così Dan Aykroyd inizia da solo la scrittura della sceneggiatura. Siccome è la prima che scrive compone un volume di 324 pagine nel quale aggiunge dettagli su dettagli e che, in pratica ha tre volte la lunghezza di un copione cinematografico medio. Lo firma con la sigla Scriptatron GL-9000 e racconta al produttore Robert K. Weiss che è stato scritto da uno scrittore automatizzato. Alla fine ci pensa John Landis a mettere a posto tutto.