Home C'era una volta Le mie mani sono sporche di sangue!

Le mie mani sono sporche di sangue!

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Il 18 febbraio 1967 muore a Princeton il fisico Julius Robert Oppenheimer, un personaggio chiave della storia del Novecento.

Il progetto Manhattan

Oppenheimer è conosciuto in tutto il mondo per essere stato a capo di quel “progetto Manhattan” che aveva portato una ventina d’anni prima alla realizzazione della bomba atomica. Nato a New York il 22 aprile 1904 ha al suo attivo numerose importanti scoperte soprattutto nel campo della meccanica quantistica, ma la sua fama resta legata soprattutto alla costruzione della prima bomba atomica e alla successiva crisi di coscienza.

Da eroe a pericoloso sovversivo

Le conseguenze delle bombe atomiche sganciate sul Giappone lo sconvolgono e lo portano a riconsiderare in modo negativo il suo lavoro nel campo militare. La crisi di coscienza lo porta a rifiutare di lavorare sulla bomba all’idrogeno e lo fa finire nel mirino del Comitato per la repressione delle Attività Antiamericane con l’accusa di essere un comunista. Famosa resta la sua frase, indirizzata a Henry Truman, Presidente degli Stati Uniti d’America nel 1946: «Signor Presidente, le mie mani sono sporche di sangue», alludendo alle vittime delle bombe di Hiroshima e Nagasaki.

 

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".