Il 29 settembre 1942 nasce a Sedrina, in provincia di Bergamo Felice Gimondi.
La sfortuna di incontrare il cannibale
In molti si sono chiesti quale sarebbe stata la sua carriera di se il destino non gli avesse messo sulla strada un feroce concorrente come Eddy Merckx, detto “il cannibale” per la sua implacabile voglia di vincere sempre. Oggi probabilmente parleremmo di lui come di un campione capace di stabilire record irraggiungibili. Quando passa professionista, nel 1965, ha già alle spalle la prestigiosa vittoria al Tour de l’Avenir, la versione per dilettanti del Tour de France. Non fa in tempo ad adattarsi all’ambiente dei professionisti e già sfila sugli Champs Elysées di Parigi con la maglia gialla del vincitore dell’edizione del 1965 del Tour de France.
Nella leggenda
Nel giro di dodici mesi ha centrato un’accoppiata che lo fa entrare nella leggenda. Non ha ancora compiuto ventitré anni. Sembra l’inizio di una marcia inarrestabile ma l’arrivo di un fenomeno come Eddy Merckx finirà per rendere meno strepitosa una carriera ricca comunque di successi e di soddisfazioni. Ancora oggi è il corridore italiano che è salito più volte sul podio del Giro: 3 volte primo, 2 volte secondo, 4 volte terzo. Il bergamasco precede di due lunghezze in questa singolare graduatoria la coppia leggendaria del ciclismo italiano, Coppi e Bartali, ai quali, però, la Seconda guerra mondiale ha negato per cinque edizioni (1941-45) la possibilità di disputare il Giro d’Italia. Muore a Giardini Naxos il 16 agosto 2019.