Home C'era una volta Le canzoni dei Beatles non hanno autori, solo padroni

Le canzoni dei Beatles non hanno autori, solo padroni

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Il 10 agosto 1985 una società di cui è proprietario Michael Jackson acquista per la bella cifra di quarantasette milioni e cinquecento mila dollari l’intero catalogo delle canzoni dei Beatles scritte dalla coppia Lennon-McCartney.

L’opposizione di Paul e Yoko

Per una serie di complicate vicende economico-finanziarie conseguenti allo scioglimento del quartetto di Liverpool, tutti brani, oltre duecentocinquanta, nati dalla geniale vena creativa dei due musicisti erano finiti all’asta e il cantante li ha acquistati. Non è stata, però, un’operazione tranquilla e indolore. Gli esperti incaricati da Michael Jackson di portare a termine l’affare hanno dovuto sudare le proverbiali sette camicie perché contro di loro si era scatenata l’opposizione di Paul McCartney e di Yoko Ono, vedova di John Lennon e, come tale, titolare dei suoi diritti d’autore. Alla fine, però, il denaro ha avuto la meglio sul desiderio di uno degli autori e dell’erede dell’altro di rientrare in possesso del frutto di anni di lavoro. Di fronte al peso della potenza economica di Jackson nulla hanno potuto gli appelli sentimentali e i tentativi di contestare la legittimità degli atti.

Il clima degli anni Ottanta

La vicenda è certamente emblematica del clima culturale degli anni Ottanta, nei quali garrisce al vento sul pennone più alto la bandiera dell’individualismo e della competizione selvaggia. La lezione che se ne trae è che i soldi diventano un Valore superiore alla creatività e ai diritti degli autori. Anzi, si può dire che le canzoni non hanno più autori, ma solo padroni, che possono disporne come e quanto meglio credono. Nello specifico significa che ogni volta che qualcuno canterà o suonerà uno dei brani dei Beatles scritti da Lennon e McCartney farà un po’ più ricco Michael Jackson. Sembra ridicolo ma è così. L’altra lezione da imparare è che i rapporti personali e le amicizie non contano quando si tratta di fare un affare. Per arrivare a questo risultato, infatti, Jackson non ha esitato a mettere in crisi il suo fecondo rapporto di collaborazione con Paul McCartney che aveva dato negli anni precedenti apprezzabili risultati sul piano artistico ed era culminato in una serie di brani interpretati in duetto. Ma si sa: un affare è un affare.

 

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".