Home C'era una volta Un incontro fortunato per la storia dei Radiohead

Un incontro fortunato per la storia dei Radiohead

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Il 9 giugno 1991 Keith Wozencroft, un rappresentante di dischi della EMI è particolarmente loquace e allegro. Al commesso di un negozio di Oxford che gliene chiede la ragione risponde: «Sto per cambiare settore, mi mettono a caccia di nuovi talenti».

Io suono, ti interessa?

Il commesso del negozio di Oxford sembra illuminarsi quando sente le parole di Wozencroft. Lo guarda e gli dice: «Davvero? Magari ti interessa. Io suono in un gruppo. Ci chiamiamo On A Freeday e raggranelliamo qualche soldo intrattenendo la gente nei locali della zona. Io sono il bassista». Poi gli consegna un demo. Wozencroft ascolta le registrazioni, rimane colpito da quella che chiama “la loro intelligenza musicale” e comincia a trovar nuovi ingaggi.

Il primo disco

In breve tempo la band viene scritturata dalla EMI. Il commesso di Oxford che fa il bassista per hobby si chiama Colin Greenwood. Un anno dopo il gruppo in cui suona pubblica il suo primo disco. È un EP che si intitola Drill e la band ha cambiato nome. Gli On A Freeday vengono ribattezzati Radiohead prendendo in prestito titolo di una canzone dei Talking Heads incisa nell’album True Stories. Inizia così la storia di una delle rockband più geniali dell’ultimo decennio del Novecento

 

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".