L’8 giugno 1916 nasce a Salò, in provincia di Brescia, il regista Luigi Comencini, uno dei grandi del cinema italiano la cui caratteristica particolare è quella di saper coniugare l’impegno e la denuncia sociale anche aspra, con un linguaggio cinematografico semplice e accattivante
Critico prima e poi regista
Nel 1938 quando è ancora studente universitario Comencini fa il critico cinematografico della rivista “Corrente” e, insieme ad Alberto Lattuada e a Mario Ferrari, si dedica alla ricerca e alla conservazione di vecchi film. Nel dopoguerra scrive ancora di cinema prima sull’“Avanti!” e poi al settimanale “Tempo”. Il suo esordio dietro alla macchina da presa avviene nel 1946 con il documentario “Bambini in città”, sulle condizioni dell’infanzia nelle periferie urbane. Due anni dopo gira il suo primo film “Proibito rubare”, ambientato tra gli scugnizzi napoletani, cui seguono “L’imperatore di Capri” nel 1950 con Totò, e due film dedicati al delicato tema della prostituzione: “Persiane chiuse” del 1951 e “La tratta delle bianche” del 1952.
Pane amore e fantasia
La vera svolta nella sua carriera avviene, però, con “Pane, amore e fantasia” nel 1952. Il film ottiene un enorme successo di pubblico e segna la definitiva consacrazione di Comencini tra i grandi del cinema italiano. La capacità di mescolare l’osservazione e il racconto degli umori sociali in vicende apparentemente leggere e divertenti finiranno per essere i tratti caratteristici di quello che all’epoca si chiama ancora “neorealismo rosa” ma che qualche anno dopo troverà dignità di genere nella Commedia all’italiana. Muore Nella mattinata di venerdì 6 aprile 2007. I funerali si svolgono nel pomeriggio del 7 aprile a Roma in piazza Cavour nella chiesa di rito. Per onorare la sua scomparsa Rai2 modifica la programmazione della serata e manda in onda il suo film “Pane, amore e fantasia”.