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Il Ministro Franceschini apre le porte a Raffaello

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Dedicata all’artista dalle Scuderie del Quirinale, è la più grande mostra mai tentata in precedenza, con oltre 200 opere, tra le quali 120 dello stesso Raffaello, realizzata insieme alle Gallerie degli Uffizi, con la collaborazione della Galleria Borghese, del Parco Archeologico del Colosseo e dei Musei Vaticani, a cura di Marzia Faietti e Matteo Lafranconi, Direttore di Scuderie del Quirinale. Riparte in coincidenza con le celebrazioni per la Festa della Repubblica, il 2 giugno, trasformando così la data inizialmente prevista per la chiusura, in un nuovo inizio. Grazie ad una lunga proroga, resa possibile dalla disponibilità dei prestatori di tutto il mondo, la mostra resterà aperta fino al 30 agosto, con orario prolungato tutti i giorni dalle 9 alle 22, mentre misure straordinarie di sicurezza sono delineate da uno specifico progetto tecnico-sanitario elaborato da un esperto del Dipartimento di Sanità Pubblica e Malattie Infettive dell’Università Sapienza, armonizzato con le linee guida del Comitato Tecnico Scientifico.

Riapertura mostra “RAFFAELLO 1520 – 1483”

Il Ministro Dario Franceschini (IN FOTO) accoglie con il Presidente delle Scuderie del Quirinale, Mario De Simoni, i primi visitatori, giunti in occasione della riapertura di “Raffaello 1520 – 1483”; la mostra più attesa dell’anno che si conferma un evento record, già sold out dal primo giorno, con 22000 biglietti venduti in meno di una settimana e richieste provenienti da tutta Europa.

Il biglietto potrà essere acquistato solo online o tramite le rivendite del circuito VivaTicket. Saranno ammessi in mostra gruppi da 6 persone ogni 5 minuti – per un totale di circa 72 visitatori all’ora – che all’ingresso saranno sottoposti a una procedura di triage con tappetino decontaminante, rilevazione della temperatura corporea mediante termo/scanner e sanificazione delle mani. La massima tranquillità è garantita anche sulla qualità dell’aria, poiché il sistema di aereazione dei locali è di quelli “a fonte primaria”, ovvero prende l’aria dall’esterno. Come tutti gli altri musei, infine, anche le Scuderie hanno rinunciato alle audio/guide, così, mentre la visita lungo il percorso espositivo durerà all’incirca 75 minuti, i visitatori potranno essere accompagnati dalla nuova audio-guida, disponibile gratuitamente scaricando sul proprio cellulare l’applicazione di Scuderie del Quirinale. Arricchita con testi, immagini e audio con contenuti di approfondimento sulle opere e sul progetto espositivo, l’audio/guida potrà essere ascoltata da tutti – non solo dai visitatori – in qualsiasi momento.

Primi visitatori il 2 giugno

Proseguiranno anche le attività online con molti altri contenuti: video-passeggiate all’interno delle sale, arricchite da dettagli e curiosità sulle opere, e incursioni nel backstage, con il racconto dell’allestimento e approfondimenti su aspetti più particolari e specifici dell’opera di Raffaello e sul Rinascimento.

https://www.scuderiequirinale.it/pagine/raffaello-oltre-la-mostra

Con questa mostra l’Italia rende omaggio a Raffaello, a 500 anni dalla morte all’artista, mostra che, anche dopo la sospensione di circa tre mesi, non ha cessato di emanare curiosità ed affetto. Anzi questi sentimenti, insieme a somma considerazione, si sono addirittura rafforzati per un artista così rappresentativo dell’arte italiana del Rinascimento, quasi in un processo di divinizzazione come gli antichi eroi, morti troppo presto perché cari agli dei. Sepolto, secondo le sue ultime volontà nel Pantheon, addirittura simbolo della continuità fra diverse tradizioni di culto e l’esempio più emblematico dell’architettura classica, Raffaello divenne immediatamente simbolo di perfezione, armonia ed equilibrio nell’arte.

La mostra alle Scuderie del Quirinale, a distanza di cinquecento anni dalla sua morte, racconta la sua storia e insieme quella di tutta la cultura figurativa occidentale che l’ha considerato un modello imprescindibile. Articolata secondo un’idea originale, quasi un flash-back, propone un percorso che ripercorre a ritroso l’avventura creativa di Raffaello, da Roma a Firenze, da Firenze all’Umbria, fino alla nativa Urbino. Rivisitando il corso della vita di Raffaello il visitatore potrà rintracciare quel linguaggio della classicità che, soprattutto a Roma, è sottoposto ancor più alla lezione dell’antico, e si sviluppò con grande pienezza in quegli anni.

La celebre scalinata delle Scuderie del Quirinale

A riferire i dettagli della sua giovinezza e poi della sua piena attività artistica, è stato Giorgio Vasari che racconta di Raffaello, figlio di un pittore urbinate Giovanni Santi, attivo presso i Montefeltro. Il padre lo aveva incoraggiato a studiare le opere di Piero della Francesca realizzatore ad Urbino di alcune tra le sue opere più belle. Nel 1491 perde la madre, nel 1494, a soli undici anni anche il padre e così, ormai orfano, è affidato allo zio sacerdote Bartolomeo, che gli fa continuare gli studi a Perugia con Pietro Vannucci, detto il Perugino. Nelle bottega del maestro assimila la grazia tipica delle sue opere ed insieme il gusto decorativo del Pinturicchio. A diciassette anni, Raffaello lascia la bottega del Perugino con il titolo di magister che gli dava l’autorità di esercitare la professione di pittore.

Nel 1504, Raffaello si fa raccomandare al gonfalone di Firenze Pier Soderini da una Montefeltro, Giovanna Feltria, sorella del duca d’Urbino. È un giovane ambizioso e desideroso di confrontarsi coi più grandi maestri del suo tempo, Leonardo da Vinci e Michelangelo Buonarroti, che proprio in quel periodo si stavano cimentando con i cartoni preparatori per la decorazione della Sala del Maggior consiglio.

Infine Raffaello si trasferisce a Roma verso la fine del 1508. Pur ricevendo commesse da vari mecenati, rimane sotto la protezione di Papa Giulio II che, nel 1509 affida a Raffaello il compito di terminare gli affreschi nelle sue celeberrime stanze private, privilegiato in questa scelta tra gli affermati Perugino, Sodoma, Bramantino, Lorenzo Lotto e Johannes Ruysch inizialmente chiamati da Giulio II per quell’incarico. Anche per questo Raffaello si è ormai imposto come l’artista più ricercato e amato della città, ben pagato e con uno stuolo di collaboratori al suo servizio.

Interno della mostra alle Scuderie del Quirinale

Rimane anche al servizio del successivo committente del Vaticano, Papa Leone X, figlio di Lorenzo de’Medici, un uomo di grande cultura e con un’ammirazione sconfinata per le opere dell’artista. È per questo che nel 1514, dopo la morte del Bramante, il pontefice nomina Raffaello Architetto dalla Fabbrica di San Pietro, poiché anche l’architettura fa parte delle sue eccellenze. Oltre a prendere il posto di Bramante come architetto della Fabbrica di San Pietro, viene incaricato, sempre da Leone X, di progettare Villa Madama, oltre il Tevere e sempre nel 1518 Leone X gli affida la realizzazione di una pianta di Roma imperiale, da redigere con l’ausilio dell’umanista Baldassarre Castiglione.

L’ultima opera grandiosa è la commissione dei cartoni per dieci arazzi da collocare nella Cappella Sistina, da poco affrescata da Michelangelo.

Gli affreschi degli appartamenti vaticani sono tra le opere più note di Raffaello e lo tengono impegnato a fasi alterne per tutto il periodo romano, dal 1508 al 1520, ma uno dei campi della pittura in cui Raffaello ebbe modo di essere apprezzato dal pubblico, anche negli anni, fu quello dei ritratti. Tra i più noti ci sono sicuramente quello del Papa Giulio II, del 1511, di Papa Leone X con due cardinali, e quello dell’umanista Baldassarre Castiglioni. Poi le madonne, celebri quelle realizzate a Firenze per le famiglie della borghesia medio-alta, come la Bella giardiniera, la Madonna del Cardellino e la Madonna del Belvedere. Difficile fare un elenco delle sue numerose opere, basti citare la sua ultima ed incompiuta del 1519, La Trasfigurazione, cioè l’apparizione di Gesù agli apostoli. L’esecuzione è faticosa, poiché sembra che Raffaello sia preda di una forte crisi emotiva nell’eseguirla. Muore, al culmine della gloria, il 6 aprile 1520 a Roma, nel giorno del suo trentasettesimo compleanno.

 

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Carla Guidi
CARLA GUIDI – www.carlaguidi-oikoslogos.it Giornalista pubblicista, iscritta ODG Lazio, ha collaborato per più di 10 anni con il settimanale (in cartaceo) “Telesport”, adesso collabora con alcune testate e riviste periodiche online, tra queste “Abitare a Roma”, “ll Paese delle donne”, “Lazio ieri ed oggi”, “About Art online” e “Daily Green” ove è in redazione. Conseguito il diploma superiore di Accademia di Belle Arti di Roma, sezione pittura (tenuto dal maestro Gentilini), è docente di Disegno e Storia dell’Arte nelle scuole pubbliche, medie superiori. Si è occupata di Computer Art dal 1981 e sue immagini sono state pubblicate nel volume Computer image di Mauro Salvemini (Jackson Libri, 1985). Ha gestito la Galleria d’Arte “5x5” in via Garibaldi in Trastevere negli anni ’70/’80 insieme a Rinaldo Funari ed ha organizzato varie mostre, manifestazioni e convegni anche presso istituzioni come la Casa delle Donne, la Casa della Memoria e della Storia di Roma, alcune Biblioteche comunali di Roma ed un Convegno di sociologia a Bagni di Lucca. Dal 1975 si è avvicinata alla psicoanalisi e dal 1982 è stata accettata dalla Società italiana di psicodramma analitico – SIPSA in qualità di membro titolare. In seguito ad una formazione quinquennale con trainer internazionali, ha svolto attività di collaborazione presso la Società Medica italiana di Analisi Bioenergetica SMIAB ed è divenuta membro titolare dell’International Institute for Bioenergetic analisys di New York, rimanendo iscritta fino al 1995. Attualmente è stata invitata più volte a relazionare in Convegni Nazionali ANS alla Facoltà di Scienze Politiche, Sociologia e Comunicazione. Ha scritto alcuni libri sulla memoria storica quali Operazione balena - Unternehmen Walfisch sul rastrellamento nazista del 17 aprile 1944 al Quadraro, giunto alla sua terza edizione (Edilazio, Roma 2013); Un ragazzo chiamato Anzio sulle vicende dello sbarco alleato del 1944, alla sua seconda edizione (A. Sacco, Roma 2013); Estetica anestetica - Il corpo, l’estetica e l’immaginario nell’Italia del Boom economico e verso gli anni di Piombo (Robin Edizioni, Torino 2018). Sempre per Robin Edizioni nel 2019 ha pubblicato il libro socio-fotografico in collaborazione con Valter Sambucini e con la presentazione di Franco Ferrarotti, Città reali, città immaginarie - Migrazioni e metamorfosi creative nelle società nell’Antropocene tra informatizzazione ed iper/urbanizzazione, con i contributi del giornalista e sociologo Pietro Zocconali, Presidente A.N.S, dello storico dell’arte Giorgio Di Genova, dello scrittore Roberto Morassut e del Presidente dell’Ass. Etica Massimo De Simoni. Una sezione del libro approfondisce la grande diffusione della tecnica del tatuaggio, valutandone aspetti storici, sociologici ed artistici, con i contributi dello scrittore Eliseo Giuseppin ed una intervista all’artista Marco Manzo. Ha curato insieme allo storico dell’arte Giorgio Di Genova, l’esposizione online Quintetti d’arte dal 06/04/2020 al 31/08/2020, con una parte, Vetrina dell’invisibilità, dedicata agli artisti che hanno rappresentato visivamente la tragedia della pandemia. Di questo progetto nel 2021 è uscita l’edizione in cartaceo (Robin Edizioni, Torino). Appena uscito il libro - Lo sguardo della Sibilla. Dal Daimon all’Anima Mundi: la poetica di Placido Scandurra (Robin editore 2022) - http://www.robinedizioni.it/nuovo/lo-sguardo-della-sibilla. Al suo attivo anche alcune pubblicazioni di poesia su tematiche ambientali: Ha curato, insieme a Massimo De Simoni, l’antologia I poeti incontrano la Costituzione (Ediesse, 2017) -