Home C'era una volta Constance Dowling, verrà la morte e avrà i tuoi occhi

Constance Dowling, verrà la morte e avrà i tuoi occhi

SHARE

Il 21 luglio 1920 nasce a New York Constance Dowling, la donna che, secondo alcuni cronisti dell’epoca, potrebbe essere stata la causa scatenante della tempesta interiore che ha portato Cesare Pavese alla morte.

Una bellezza particolare

Constance inizia a muovere i primi passi nel mondo dello spettacolo come prima modella e poi come cantante e ballerina e nel 1943 viene scritturata dalla Metro Goldwin Mayer. Se ne va quindi a Hollywood e l’anno dopo fa il suo debutto su grande schermo nel film “Così vinsi la guerra” al fianco di Danny Kaye. Nei primi anni del dopoguerra come molti protagonisti dello star system statunitense si trasferisce a Roma dove gira una serie di lungometraggi di buon successo. Ci resta fino all’inizio del 1950 quando torna a Hollywood per girare un film di fantascienza. È una donna decisamente bella, anche se di una bellezza particolare, con il viso cosparso da efelidi rosse e uno sguardo profondo che, nelle foto, appare più da ragazza timida e un po’ sfuggente che da sensuale seduttrice.

Un destino ingeneroso

Cesare Pavese si innamora perdutamente di lei e ne viene ricambiato anche se, forse, non con la stessa intensità. Quando la donna se ne va le dedica dieci poesie, otto in italiano e due in inglese, che verranno trovate dopo la morte dello scrittore chiuse nel cassetto della sua scrivania negli uffici della casa editrice Einaudi. Sono dattiloscritte, ma la data e il titolo di ciascuna sono stati annotati a mano da Pavese che ha anche scritto sul frontespizio “Verrà la morte e avrà i tuoi occhi/11 marzo – 11 aprile 1950”. Il destino non sarà poi così generoso neppure con lei. Constance Dowling, infatti, dopo aver lasciato le scene per sposare il produttore Ivan Tors morirà nel 1969 a soli quarantanove anni.

 

Previous articleIn a gadda da vida
Next articleCarlo Metallo al sassofono
Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".