Il 4 luglio 1982 al Whiskey A-Go-Go di Hollywood si esibiscono per la prima volta i Butthole Surfers, destinati a lasciare un segno nella storia del rock alternativo.
La leggenda di una delle band più amate della scena rock alternativo
La band è stata formata a San Antonio, in Texas, dal cantante, chitarrista e sassofonista Gibby Haynes, dal chitarrista Paul Leary, dal batterista Paul Coffey, più noto con il nome d’arte di King Koffee e dall’altra batterista Teresa Taylor, che spesso e volentieri suona a dorso nudo. Intorno a loro di volta in volta si aggiungono nuovi componenti e anche qualcuno del nucleo, per così dire, fondante, talvolta se ne va e poi magari ritorna. Il loro debutto nel prestigioso locale avviene grazie all’intercessione di Bruce Licher dei Savage Republic, loro grande estimatore. L’esibizione non passa inosservata… Nasce così la leggenda di una delle band più amate della scena rock alternativa.
Oltraggiosi già nel nome
Oltraggiosi fin dal nome, che in italiano può essere tradotto con “surfisti del buco del culo”, giocano a denunciare lo squallore del sistema e della condizione umana ma il loro scopo non è la rivolta, bensì il godimento totale delle degradazioni. Dal punto di vista musicale rappresentano secondo molti il punto di incontro tra il blues di Captain Beefheart e i deliri dei Cramps. Molti sono gli artisti che nel corso degli anni a loro si sono ispirati. Per esempio i Marlene Kuntz prendono in prestito il termine Kuntz proprio dal titolo di un brano dei Butthole Surfers contenuto in Locust Abortion Technicians. I Red Hot Chili Peppers citano i Butthole Surfers nella strofa finale di Deep Kick nell’album One Hot Minute mentre Eddie Vedder, nel primo concerto dei Pearl Jam indossava proprio una maglietta dei Butthole Surfers.