Home C'era una volta Nasce il riff di “Satisfaction”

Nasce il riff di “Satisfaction”

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Il 6 maggio 1965, secondo quanto tramandato dalla leggenda, sarebbe nato il riff introduttivo del brano (I can’t get no) Satisfaction. Lo scenario del lieto evento sarebbe stata una stanza d’albergo di Clearwater, in Florida, dove Keith Richards e Mick Jagger lavoravano su un pezzo country che non li soddisfava del tutto.

Troppo morbido, andiamo a dormire

Lo trovavano troppo morbido, poco adatto alle corde dei Rolling Stones. Deciseno quindi di andarsene a dormire e rinviare tutto. Sempre secondo la leggenda Keith Richards si sarebbe svegliato nel mezzo della notte con un’idea per riff introduttivo. Dopo aver applicato alla sua Gibson un distorsore, registrò per la prima volta un riff destinato a passare alla storia e poi, soddisfatto, tornò a dormire. Distinguere il vero dal falso in queste storie è difficilissimo anche perché i protagonisti si guardano bene dal dire una parola definitiva sulla questione.

Non tutti ci credono

Non tutti sono propensi a credere che (I can’t get no) Satisfaction, un brano che ha segnato per sempre la storia degli Stones e del rock mondiale, sia davvero nato così. I diffidenti fanno notare come quel riff assomigli proprio tanto a quello scandito dalla sezione fiati di Martha & The Vandellas in Dancing in the street, mentre il tormentone che dà il titolo al brano è molto simile a un passaggio di 30 days di Chuck Berry il cui testo dice: «I don’t get no satisfaction from the judge». La verità sta probabilmente nel mezzo. Niente nasce per caso ed è probabile che Jagger e Richards abbiano attinto a piene mani alla tradizione musicale nera americana per comporre uno dei brani più straordinari del Novecento il cui riff, secondo quanto affermato dallo stesso Mick Jagger sarebbe presente in un gran numero di brani composti successivamente.

 

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".