Home Eco Culture Nella pluralità dei punti di vista di World Press Photo 2019

Nella pluralità dei punti di vista di World Press Photo 2019

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La foto è di Marco Gualazzini (Italia) Contrasto - Primo premio ambiente.

Dal 25 aprile al 26 maggio, al Palazzo delle Esposizioni di Roma, la 62°edizione del World Press Photo. I nomi dei vincitori della più importante manifestazione di fotogiornalismo al mondo sono stati resi noti nel corso della cerimonia di premiazione lo scorso 11 aprile che ha inaugurato il World Press Photo Festival di Amsterdam. La mostra, ideata da World Press Photo Foundation di Amsterdam, promossa da Roma Capitale – Assessorato alla Crescita Culturale e organizzata dall’Azienda Speciale Palaexpo in collaborazione con 10b Photography – ospita in prima mondiale le 140 foto finaliste del prestigioso contest di fotogiornalismo, che dal 1955 premia ogni anno i migliori fotografi professionisti. Un appuntamento da non mancare, considerando l’occasione unica di trovarsi direttamente a contatto con il miglior giornalismo visivo mondiale. La mostra viaggerà poi verso Matera, in occasione di Matera Capitale della cultura 2019, ed in autunno sarà ospitata a Ferrara durante il Festival di Internazionale.

Quest’anno, il concorso ha visto la partecipazione di 4,783 fotografi da 129 paesi diversi che hanno presentato un totale di 78,801 immagini. I finalisti e candidati ai premi e protagonisti della mostra sono 43, provenienti da 25 differenti paesi: Australia, Belgio, Brasile, Canada, Repubblica Ceca, Egitto, Francia, Germania, Ungheria, Iran, Italia, Messico, Paesi Bassi, Norvegia, Filippine, Portogallo, Russia, Sud Africa, Spagna, Svezia, Syria, Turchia, Regno Unito, Stati Uniti, e Venezuela. Di questi autori 14 sono donne (32%), il che rappresenta un significativo aumento rispetto al concorso fotografico del 2018, dove solo il 12% dei partecipanti erano donne.

L’esposizione del World Press Photo 2019 nel suo insieme, rappresenta altresì un documento storico che utilizzi prevalentemente il linguaggio delle immagini, ma descrivendo storie che caratterizzano la contemporaneità nelle sue molteplici sfaccettature visive, mentre il suo carattere internazionale dimostra ancora una volta la capacità che le immagini hanno di trascendere le differenze culturali e linguistiche, per raggiungere livelli altissimi e immediati di comunicazione.

Da quest’anno in mostra anche una sezione dedicata al Digital Storytelling con una serie di video che raccontano gli eventi cruciali del nostro tempo. Sullo stesso tema, il 16 maggio alle 18:00 presso Palazzo delle Esposizioni, si terrà l’incontro dal titolo: “Oltre la fotografia, il Digital Storytelling del World Press Photo: nuovi linguaggi per la narrazione giornalistica digitale” alla presenza di uno dei vincitori della sezione Digital Storytelling.

John Moore Getty Images

A vincere questa edizione per la foto dell’anno è stato John Moore con lo scatto Crying girl on the border che mostra la piccola Yanela Sánchez, originaria dell’Honduras, che si dispera mentre lei e la madre Sandra Sánchez, vengono arrestate da agenti della polizia di frontiera statunitense a McAllen, in Texas, il 12 giugno 2018.

Così ha commentato Francesco Zizola, vincitore del World Press Photo of the Year nel 1996 e direttore creativo di 10b Photography:

  • “John Moore si conferma fotogiornalista sensibile ed attento alla dignità dei soggetti che rappresenta mentre segue le notizie. La bambina che piange disperata davanti alla madre che viene arrestata e perquisita dalla polizia di frontiera, al confine tra il Messico e gli Sati Uniti, è un’immagine giornalisticamente efficace e al tempo stesso umanamente struggente. Un’immagine capace di sintetizzare in una frazione di secondo la disumanizzazione di certa politica miope di fronte alle grandi sfide del nostro tempo. Un’immagine diventata “virale”, subito dopo la sua prima pubblicazione, che ha saputo rappresentare più di mille parole la critica all’attuale politica di Trump sull’immigrazione”

 

Pieter Ten Hoopen Agence Vu Civilian Act

Ad aggiudicarsi invece il premio World Press Photo Story of the Year, è stato Pieter Ten Hoopen con The Migrant Caravan. L’immagine mostra un gruppo di persone che corre verso un camion che si è fermato per dare loro un passaggio, fuori Tapanatepec, in Messico, il 30 ottobre 2018, per raggiungere gli Stati Uniti.

 

Riportiamo infine una illuminante dichiarazione del presidente dell’Azienda Speciale Palaexpo Cesare Pietroiusti:

  • Restituire, attraverso un mezzo e un linguaggio quale quello della fotografia, l’evidenza indiscutibile delle grandi verità della storia, è un compito impossibile. Quello di esplorare le tensioni e le intese, la disperazione e la gioia, il movimento e la stasi, nelle metropoli e negli angoli più remoti del pianeta, è un compito che alcune persone, i fotogiornalisti, assumono su di sé, lasciando a chi guarda gli effetti del loro lavoro, di coglierne le piccole ma accessibili verità che si insinuano tra la fascinazione dell’immagine ad effetto e l’indifferenza di uno sguardo assopito dall’inflazione contemporanea del visivo. Anche quest’anno siamo felici di ospitare “World Press Photo” e lo facciamo perché crediamo che sia la più importante rassegna internazionale in grado di restituire e rendere visibile un mosaico tanto complesso da lasciare a volte sgomenti: quello dell’umanità attuale. Mi auguro che la mostra rappresenti uno strumento di allargamento dello sguardo e di messa in discussione del proprio punto di vista, verso una dimensione di pluralità, di accoglienza della diversità, di apertura rispetto alle paure, spesso indotte dai mezzi di comunicazione di massa.
Maürio Cruz Portogallo Terzo premio ambiente

La World Press Photo Foundation, nata nel 1955, è un’istituzione internazionale indipendente per il fotogiornalismo senza fini di lucro. Il World Press Photo gode del sostegno della Lotteria olandese. 10b Photography, partner della fondazione World Press Photo, è un centro polifunzionale interamente dedicato alla fotografia professionale. Si propone di mettere a disposizione del territorio l’esperienza e le relazioni costruite nel tempo, con l’obiettivo di portare a Roma e in altre città italiane il più grande e prestigioso concorso di fotogiornalismo mondiale. L’Azienda Speciale Palaexpo è un ente strumentale della città di Roma. Si propone oggi come uno dei più importanti organizzatori di arte e cultura in Italia e gestisce il Palazzo delle Esposizioni, il Macro e il Mattatoio per conto di Roma Capitale. Internazionale, media partner della mostra, è un settimanale italiano d’informazione, fondato nel 1993 che pubblica i migliori articoli dei giornali di tutto il mondo.

In occasione della mostra World Press Photo 2019 l’Azienda Speciale Palaexpo presenta anche WORLD PRESS PHOTO DIGITAL STORYTELLING CONTEST, Short e Long Form rassegna cinematografica – Palazzo delle Esposizioni – Sala Cinema il sabato 18 e sabato 25 maggio, ore 15.00 ed ore 18.00. Ingresso riservato ai visitatori della mostra fino a esaurimento posti. I posti verranno assegnati a partire da un’ora prima dell’inizio di ogni proiezione. Possibilità di prenotare riservata ai soli possessori della membership card.

Catalina Martin-Chico Panos Secondo premio storie d’attualità

La diffusione delle tecnologie digitali e di Internet ha cambiato il modo in cui produciamo e consumiamo storie. Il World Press Photo Digital Storytelling Contest è un riconoscimento assegnato a coloro che producono le migliori forme di giornalismo visivo. Il contest si articola in tre categorie che combinano fotografie, filmati, testi, animazioni, grafiche, illustrazioni, suoni: Interactive Storytelling premia una storia o un progetto visivo, prodotto in una forma diversa dal video per il web o le app per dispositivi mobili, che attraverso il design crei un’esperienza visuale innovativa o immersiva per l’utente; Long Form si rivolge a una singola narrazione lineare o a una serie di narrazioni lineari, su un singolo argomento, prodotte come video per il web, della durata massima di 30 minuti; Short Form infine riguarda una singola narrazione lineare, prodotta come video per il web, non più lunga di 10 minuti. La rassegna propone su grande schermo i film vincitori delle categorie Long Form e Short Form 2019.

Palazzo delle Esposizioni, via Nazionale 194 – Roma – Orari: domenica, martedì, mercoledì e giovedì: dalle 10.00 alle 20.00; venerdì e sabato: dalle 10.00 alle 22.30; lunedì chiuso. Informazioni e prenotazioni: singoli, gruppi e laboratori d’arte tel. 06 39967500; www.palazzoesposizioni.it

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Carla Guidi
CARLA GUIDI – www.carlaguidi-oikoslogos.it Giornalista pubblicista, iscritta ODG Lazio, ha collaborato per più di 10 anni con il settimanale (in cartaceo) “Telesport”, adesso collabora con alcune testate e riviste periodiche online, tra queste “Abitare a Roma”, “ll Paese delle donne”, “Lazio ieri ed oggi”, “About Art online” e “Daily Green” ove è in redazione. Conseguito il diploma superiore di Accademia di Belle Arti di Roma, sezione pittura (tenuto dal maestro Gentilini), è docente di Disegno e Storia dell’Arte nelle scuole pubbliche, medie superiori. Si è occupata di Computer Art dal 1981 e sue immagini sono state pubblicate nel volume Computer image di Mauro Salvemini (Jackson Libri, 1985). Ha gestito la Galleria d’Arte “5x5” in via Garibaldi in Trastevere negli anni ’70/’80 insieme a Rinaldo Funari ed ha organizzato varie mostre, manifestazioni e convegni anche presso istituzioni come la Casa delle Donne, la Casa della Memoria e della Storia di Roma, alcune Biblioteche comunali di Roma ed un Convegno di sociologia a Bagni di Lucca. Dal 1975 si è avvicinata alla psicoanalisi e dal 1982 è stata accettata dalla Società italiana di psicodramma analitico – SIPSA in qualità di membro titolare. In seguito ad una formazione quinquennale con trainer internazionali, ha svolto attività di collaborazione presso la Società Medica italiana di Analisi Bioenergetica SMIAB ed è divenuta membro titolare dell’International Institute for Bioenergetic analisys di New York, rimanendo iscritta fino al 1995. Attualmente è stata invitata più volte a relazionare in Convegni Nazionali ANS alla Facoltà di Scienze Politiche, Sociologia e Comunicazione. Ha scritto alcuni libri sulla memoria storica quali Operazione balena - Unternehmen Walfisch sul rastrellamento nazista del 17 aprile 1944 al Quadraro, giunto alla sua terza edizione (Edilazio, Roma 2013); Un ragazzo chiamato Anzio sulle vicende dello sbarco alleato del 1944, alla sua seconda edizione (A. Sacco, Roma 2013); Estetica anestetica - Il corpo, l’estetica e l’immaginario nell’Italia del Boom economico e verso gli anni di Piombo (Robin Edizioni, Torino 2018). Sempre per Robin Edizioni nel 2019 ha pubblicato il libro socio-fotografico in collaborazione con Valter Sambucini e con la presentazione di Franco Ferrarotti, Città reali, città immaginarie - Migrazioni e metamorfosi creative nelle società nell’Antropocene tra informatizzazione ed iper/urbanizzazione, con i contributi del giornalista e sociologo Pietro Zocconali, Presidente A.N.S, dello storico dell’arte Giorgio Di Genova, dello scrittore Roberto Morassut e del Presidente dell’Ass. Etica Massimo De Simoni. Una sezione del libro approfondisce la grande diffusione della tecnica del tatuaggio, valutandone aspetti storici, sociologici ed artistici, con i contributi dello scrittore Eliseo Giuseppin ed una intervista all’artista Marco Manzo. Ha curato insieme allo storico dell’arte Giorgio Di Genova, l’esposizione online Quintetti d’arte dal 06/04/2020 al 31/08/2020, con una parte, Vetrina dell’invisibilità, dedicata agli artisti che hanno rappresentato visivamente la tragedia della pandemia. Di questo progetto nel 2021 è uscita l’edizione in cartaceo (Robin Edizioni, Torino). Appena uscito il libro - Lo sguardo della Sibilla. Dal Daimon all’Anima Mundi: la poetica di Placido Scandurra (Robin editore 2022) - http://www.robinedizioni.it/nuovo/lo-sguardo-della-sibilla. Al suo attivo anche alcune pubblicazioni di poesia su tematiche ambientali: Ha curato, insieme a Massimo De Simoni, l’antologia I poeti incontrano la Costituzione (Ediesse, 2017) -