Home C'era una volta Eddie Lang muore e Joe Venuti riempie di botte il chirurgo

Eddie Lang muore e Joe Venuti riempie di botte il chirurgo

SHARE

Il 26 marzo 1932 muore il chitarrista Eddie Lang. Sembra che la morte sia stata provocata da complicazioni sopravvenute a una tonsillectomia.

Una fatalità

La causa della morte è una forte emorragia e la versione ufficiale attribuisce a fatalità l’evento. Il violinista Joe Venuti, suo inseparabile amico, non crede a una parola di quello che gli viene raccontato. Siccome Lang soffriva di emofilia accusa il chirurgo di non aver sottoposto il chitarrista alle necessarie analisi. Alterato e sconvolto, insoddisfatto delle risposte formali che gli vengono date, passa alle maniere forti malmenando pesantemente il chirurgo. Arrestato è costretto a subire un processo e una condanna.

Un periodo brutto

Per Joe Venuti sembra l’inizio di un rapido declino. Quello che era considerato “il miglior violinista jazz del mondo appare in difficoltà a trovare ingaggi. Non sono soltanto i contraccolpi dei guai giudiziari a minarlo, ma anche la sua situazione personale. Con la morte di Lang, infatti, entra in una fase depressiva fortissima. I due oltre che affiatati un’affiatata coppia di musicisti erano anche molto uniti nella vita tanto che avevano sposato due ex ballerine delle Ziegfeld Follies, conosciute in uno dei tanti spettacoli di Broadway. Quando Lang muore Venuti decide di continuare a versare alla vedova del suo grande amico una quota-parte dei suoi guadagni. Negli anni Cinquanta la sua stella ricomincerà a splendere.

 

Previous articleTra Italia e Cile “Ultra_Sur” – cinque anni di arte emergente
Next articleLa nigella: aromatizzante ed espettorante. Proprietà e benefici
Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".