Home C'era una volta Toshiko Akiyoshi, il jazz è la mia madrelingua

Toshiko Akiyoshi, il jazz è la mia madrelingua

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Il 12 dicembre 1929 nasce a Dairen, in Manciuria la pianista Toshiko Akiyoshi. A soli sette anni comincia a studiare pianoforte classico. Con lo scoppio della seconda guerra mondiale la sua vita si fa più problematica, ma nonostante le drammatiche vicende di quel periodo la ragazza riesce a continuare in qualche modo lo studio.

La scoperta del jazz

Nel 1946 si trasferisce in Giappone, dove si avvicina al jazz. Per alcuni anni suona con vari gruppi giapponesi fino a quando, nel 1953, viene ascoltata da Oscar Peterson, in tournée con la Jazz At The Philharmonic di Norman Granz. Colpito dalle sue capacità Peterson convince Granz a incidere un disco con la ragazza al quale lui stesso fornisce l’apporto ritmico. Considerata la miglior jazzista del Giappone nel 1956 Akiyoshi si trasferisce a Boston, negli Stati Uniti per studiare alla Berklee School of Music e perfezionarsi insieme a Margaret Chaloff. Protetta e stimata da George Wein riesce ad allargare rapidamente la cerchia dei suoi estimatori e nel 1959 sposa il sassofonista Charlie Mariano. Con lui torna in Giappone nel 1961 dove sviluppa vari progetti interrotti nel 1962 da una breve parentesi statunitense con il gruppo di Charlie Mingus e nel 1964 da un altrettanto breve tour in Europa. Sempre nel 1964 partecipa al tournée giapponese del trombonista Jay Jay Johnson.

Pianista dallo stile fluente e articolato,

L’anno dopo decide di tornare negli Stati Uniti. Divorzia da Charlie Mariano, si dedica a varie esperienze didattiche a Reno nel Nevada e a Salt Lake City nello Utah ma soprattutto comincia a prestare maggior attenzione alla composizione e all’arrangiamento. Nel 1967 debutta con una propria grande orchestra alla Town Hall di New York e nel 1970 forma un quartetto con il secondo marito, il sassofonista Lew Tabackin. Due anni dopo trasferitasi a Los Angeles con il suo compagno forma una nuova grande orchestra di sedici elementi, la Toshiko Akiyoshi – Lew Tabackin Big Band, destinata con vari cambiamenti a durare a lungo. Influenzata inizialmente da Bud Powell e, in seguito, dalla raffinatezza armonica di Bill Evans, la Akiyoshi oltre a essere una pianista dallo stile fluente e articolato, si è rivelata una delicata compositrice e un’abile arrangiatrice. Nel 1984 Renée Cho le ha dedicato il film-documentario Jazz Is My Native Language (Il jazz è la mia madrelingua). Nel 1996 ha pubblicato la sua autobiografia “Life With Jazz” e nel 2007 ha ricevuto un riconoscimento alla carriera dalla prestigiosa “U.S. National Endowment for the Arts”.

 

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".