Il 17 marzo 1931 nasce a Basilea Miriam Klein. Come può una ragazza nata nella fredda e austera confederazione elvetica diventare una delle stelle europee del blues? Tutto comincia quando la ragazza, avviata dai genitori ai normali studi musicali, ascolta per la prima volta i suoni che provengono dai dischi di una collezione privata di un amico della sua famiglia. Sono brani che hanno le tinte del blues e la piccola Miriam resta colpita dalle voci di interpreti dai nomi per lei ancora sconosciuti: Bessie Smith, Billie Holiday, Lester Young e Frankie Newton.
La bufera la sfiora ma non la colpisce
Quelli che ascolta la giovane Miriam sono dischi che i suoi coetanei italiani e tedeschi non possono ascoltare, perché vietati dai regimi fascista e nazista. La bufera della seconda guerra mondiale sfiora ma non colpisce la piccola repubblica dove vive e il dopoguerra le porta una lunga colonna sonora che lei già conosce. Ascolta alla radio i concerti jazz che arrivano da Parigi e decide che quella deve essere la sua vita. Nel 1947, a sedici anni, inizia a cantare con vari gruppi di musicisti svizzeri, ma ben presto i confini della Confederazione le appaiono stretti e soffocanti. Molla la famiglia, gli amici e il suo ambiente e se ne va a Parigi. Nella capitale francese la sua voce non fatica a farsi notare. In breve diventa una delle vedette del Mars Club e si trova a cantare al fianco di personaggi che fino a quel momento aveva conosciuto soltanto nei dischi, come Don Byas e Art Simmons.
Il mondo è lo scenario, la Svizzera il rifugio
Quando ritorna nella sua terra la piccola Miriam, adolescente innamorata del blues e del jazz, ha lasciato il posto a un’affermata vocalist famosa in tutto il mondo. A dispetto della promessa fatta in gioventù di non voler tornare in quella Svizzera che le era parsa arida e noiosa, decide di considerare il paese natale come una sorta di rifugio in cui tornare tra una tournée e l’altra. La sua produzione discografica nel frattempo si fa imponente, con brani che finiranno per segnare come pietre miliari la sua costante evoluzione musicale e tecnica: da Gimme a pigfoot del 1964 a una strepitosa Fine and mellow del 1973, in cui la sua voce è accompagnata da un gruppo di jazzisti di primo piano come Roy Eldridge, Dexter Gordon e Slide Hampton, per arrivare alle sorprendenti interpretazioni nel 1979 di “Mean to me”, e “Lush life” con Roland Hanna e George Mraz. Per quel che riguarda le sue origini c’è chi giura di aver colto al volo questa battuta: «Si, sono nata a Basilea, a pochi chilometri da Chicago…».