L’8 febbraio 1975 i Dr. Feelgood pubblicano il loro primo album Down by the Jetty irrompendo così, con il loro sound anni Sessanta, in una scena musicale confusa e attraversata da grandi cambiamenti, pur se ancora impregnata dalle atmosfere del rock progressivo.
Solido rock senza nostalgia
La band, che ha i suoi personaggi più rappresentativi nel chitarrista Wilko Johnson e nel batterista “The Big” Figure, all’anagrafe Martin Figure, nasce nel 1971 con una formazione che comprende anche il cantante e armonicista Lee Brilleaux e il bassista John B. Sparks. La loro cristallina impostazione rock and roll, con potenti sfumature che attingono al rock blues britannico degli anni Sessanta si mantiene ben distinta dalle sonorità di quel periodo ma non si lascia catturare dalla trappola della nostalgia. Per farsi le ossa i Dr. Feelgood si sottopongono di buon grado a una lunga gavetta nei locali come gruppo d’accompagnamento di Heinz Burt, l’ex bassista dei Tornados, una delle band di rock and roll strumentale più famose prima dell’arrivo dei Beatles. Recuperata la loro autonomia ottengono nel 1974 il loro primo contratto discografico.
Entusiasmi eccessivi
La pubblicazione dell’album Down by the Jetty viene accolta bene sia dal pubblico che dalla critica. Quest’ultima vede nel lavoro dei Dr. Feelgood un recupero importante del rock primitivo in un momento di grande confusione musicale, anche se gli entusiasmi appaiono un po’ eccessivi visto che c’è chi non esita a definirli “i nuovi Rolling Stones”. Sull’onda del successo vedrà rapidamente la luce un secondo album e, poi un terzo, Stupidity, registrato interamente dal vivo. Proprio quest’ultimo è ancora oggi considerato la miglior testimonianza della potenza scenica e dell’equilibrio sonoro della band nelle esibizioni dal vivo. Nonostante tutto il gruppo non reggerà a lungo il peso della popolarità e le tensioni conseguenti. I primi problemi emergeranno nel 1977 quando, in seguito a contrasti insorti durante la registrazione di Sneakin’ suspicion, uno dei due personaggi più rappresentativi della band, Wilko Johnson, se ne andrà. La sua perdita non significherà la fine dei Dr. Feelgood, ma rappresenterà un duro colpo per il gruppo. Pur continuando con lo stesso stile, la stessa musica e la stessa potenza, la band perderà in forza e in efficacia scenica. Gli album successivi avranno il segno di una continuità progressivamente più stanca che assomiglierà sempre più a un’infinita ripetizione di una formula vuota.