Il 2 gennaio 1987 la prima Miss America nera della storia degli Stati Uniti deve restituire il titolo. Capita a Vanessa Williams, che l’anno prima aveva strappato la palma della donna-simbolo degli States alle colleghe bianche.
Spodestata con una scusa
Parte dello showbusiness non ha mai digerito questa novità e per mesi ha cercato qualche scusa per eliminare l’anomalia. Finalmente è arrivata. La motivazione ufficiale alla giuria è fornita dal fatto che Vanessa ha posato nuda per alcune foto poi pubblicate dalla rivista Penthouse. La decisione di chiedere la restituzione del titolo non è comunque indolore. I giornali vengono sommersi da lettere di protesta di cittadini ed esponenti della comunità nera che ritengono sia stata penalizzata dal colore della sua pelle, visto che non è la prima Miss America a posare senza veli. Non cambia niente e il 2 gennaio la Williams restituisce ufficialmente il titolo. La ragazza, però, lungi dall’abbattersi, pensa di rilanciare le sue azioni approfittando della popolarità per debuttare in campo musicale. Non è una novellina. Ha studiato pianoforte, flauto e violino e non ha paura di lavorare.
Nasce una nuova cantante di successo
Con l’aiuto di Ramon Hervey, suo manager e compagno di vita, si chiude in uno studio di registrazione e inizia a lavorare al primo album. Alla fine dell’anno è pronto The right stuff , un disco sorprendente con il quale dimostra di avere, oltre che notevoli qualità fisiche, anche eccellenti doti vocali. Dopo aver piazzato ben cinque singoli nella classifica di rhythm and blues e dopo il successo del brano Dreamin’ inizia a lavorare senza fretta a un nuovo album. Soltanto nel 1991 vedrà la luce suo secondo album The comfort zone salutato da un nuovo grande successo e accompagnato dal singolo Save the best for last che resterà al vertice della classifica statunitense per ben cinque settimane. La comunità nera ha perso Miss America ma ha trovato un’interprete straordinaria.