Secondo alcuni il termine Calendula deriva dalla parola latina calendae che significa primo giorno del mese, questo significato potrebbe derivare da un’antica allusione allo scorrere del tempo; i semi della calendula, infatti, somigliano ai piccoli quarti di luna che compaiono una volta al mese. Secondo un’altra teoria il termine calendula deriva, invece, dalla parola greca kàlanthos che significa coppa o cesta, in questo caso il nome sarebbe riferito alla forma del fiore. Sia per i greci che per i latini, il fatto che i fiori si aprissero al mattino per richiudersi al tramonto, era considerato un simbolo di sottomissione e di dolore per la scomparsa del sole, questa credenza ha fatto si che la calendula sia stata associata nel corso dei secoli ai sentimenti di dolore, noia e pena.
La calendula associata al dolore dalle lacrime di Afrodite
L’associazione della calendula al sentimento del dolore compare nella mitologia greca, secondo la leggenda, infatti, la calendula nacque dalle lacrime della dea Afrodite(Venere) disperata per la morte del suo amante, Adone che era stato trafitto da un cinghiale mandatogli contro da Ares (Marte), suo gelosissimo marito.
C’è anche un’altra versione latina della leggenda. Si narra che, Adone figlio di Mirra e Tia, venne cresciuto da Venere (Afrodite) poiché la madre (Mirra) era stata trasformata, dagli Dei, in un albero, per punizione. Venere che vedeva il giovane crescere rimaneva sempre più incantata dalla sua bellezza, tanto da suscitare le ire del marito, Marte, il quale decise di mandare contro al giovane un cinghiale, affinché lo ferisse mortalmente.Adone venne ferito, ma Venere per proteggerlo lo fece nascondere all’interno di una cassa e lo affidò alle cure di Proserpina, la regina degli Inferi. Proserpina, però, incuriosita dal contenuto della cassa, decise un giorno di aprirla e, alla vista di Adone, s’innamorò anch’essa del bel giovane. Qualche tempo dopo Venere chiese a Proserpina di restituirle la cassa, ma questa si rifiutò e Venere, irritata dal rifiuto, chiese aiuto a tutti gli Dei dell’Olimpo. Un giorno Zeus, stanco della disputa venutasi a creare tra le due Dee, decise che il giovane Adone dovesse trascorrere una parte dell’anno con Venere, tra i vivi, e l’altra con Proserpina, tra i morti. Nel momento del passaggio tra la morte e la vita, però, dalla ferita di Adone iniziò a fuoriuscire del sangue, che toccando il terreno fece crescere una pianta chiamata Adonis, mentre dalla lacrime versate da Venere, nel momento in cui il giovane tornava negli inferi, si generò una pianta di calendula che, come Adone, sarebbe stata destinata a periodi di vita alternati a periodi di morte. Per la credenza che la calendula fosse un simbolo di dispiacere, nell’antica Grecia, ogni raffigurazione la calendula fosse un simbolo di dispiacere, nell’antica Grecia, ogni raffigurazione di dolore veniva rappresentata con un giovane che portava con sé una corona di calendule.
Nonostante la distanza tra il continente europeo e quello americano, anche in America meridionale la calendula è da sempre stato considerato un simbolo di dolore, in particolare per i messicani è il fiore simbolo della morte, una leggenda narra che le calendule, portate dai conquistatori, si siano sviluppate e diffuse nel territorio messicano a causa del sangue versato dagli indigeni, vittime della corsa alla conquista dell’oro da parte dei bianchi.
Per gli inglesi le calendule rappresentano, invece, il sentimento della gelosia, secondo le credenza popolari esse sono delle zitelle che, non essendo mai state amate da nessuno, alla loro morte si trasformano in calendule gialle dalla rabbia.
In Germania viene chiamata kuhblume ed è tradizionalmente usata nel periodo della Pentecoste per adornare i bovini durante la Pfingst Procession.Nel linguaggio dei fiori e delle piante, nonostante la bellezza dei suoi fiori, la calendula non ha mai perso il suo significato originale e simboleggia ancora oggi il dispiacere, il dolore, le pene d’amore e la gelosia.
La Calendula è costituita dai fiori di Calendula officinalis L. (Fam. Asteraceae), pianta della regione mediterranea,spesso coltivata per i grandi capolini dal caratteristico colore che va dal giallo chiaro (forma superba) all’arancio scuro (forma isabellina).
Calendula, la pianta e gli usi
I fusti, di 30-60 cm di altezza, sono carnosi, angolosi, vellutati
e ramificati. Le foglie sessili sono oblunghe ed i capolini
hanno fiori giallo-arancio.
La calendula contiene flavonoidi quali rutinoside, rutina, isoquercetina,narcisina;polisaccaridi in particolare mucillagini, terpenoidi ,faradiolo e suoi derivati, lupeolo, oleanene, urnene,
acido oleanolico e sue saponine, tarassene; un olio essenziale, una
sostanza amara (calendulina), acidi organici (clorogenico) e resine.
Nell’olio essenziale prevalgono componenti terpenoidi. Sono presenti anche pigmenti nfatti nei fiori di colore arancio prevalgono i carotenoidi, mentre in quelli gialli le xantofille.
La droga (Calendula flos) è data dai fiori completamente aperti, interi.
La calendula possiede attività antinfiammatoria, antibatterica, antivirale, immunostimolante; inoltre favorisce la guarigione delle ferite influenzando le diverse fasi del processo che porta alla loro cicatrizzazione.
L’attività cicatrizzante è stata dimostrata in vari modelli sperimentali e la maggior parte dei risultati positivi è stata ottenuta utilizzando un estratto alcolico.
Si ritiene che i carotenoidi siano, almeno in parte, responsabili dell’azione cicatrizzante della calendula e che questa azione sia coadiuvata dall’azione antibatterica ed antifungina dei polisaccaridi e dell’olio essenziale.
L’attività antinfiammatoria, dimostrata in diversi modelli sperimentali, è stata infine attribuita principalmente alla frazione triterpenoidica,in particolare al faradiolo ed ai suoi derivati (estere palmitico del faradiolo, estere miristico del faradiolo). Estratti acquosi di calendula possono inibire il virus dell’influenza e dell’herpes simplex.
La calendula viene raccomandata per il trattamento degli stati infiammatori del cavo orale, nonché per accelerare la guarigione di ferite e scottature.
Infatti, in uno studio, effettuato su pazienti con dermatite acuta di grado 2, in seguito a radioterapia per un tumore al seno, è stato dimostrato che l’applicazione cutanea di calendula era addirittura superiore al farmaco di riferimento (trolamina, un’emulsione olio in acqua che favorisce la guarigione delle ferite attraverso effetti immunomodulatori) nel ridurre l’incidenza delle dermatiti e del dolore. La calendula veniva applicata, in genere, due volte
al giorno, a partire dal primo giorno di radioterapia e fino al completamento del ciclo. Inoltre la calendula in combinazione con aglio, verbasco,iperico, lavanda, vitamina E ed olio d’oliva ha dimostrato effetti benefici in bambini con dolore all’orecchio causato da otite. La calendula (come tintura al 20%) è stata anche
utilizzata nel trattamento dell’otite suppurativa cronica.
Non sono noti effetti collaterali o controindicazioni associati all’uso di calendula. Teoricamente la calendula potrebbe causare reazioni allergiche incrociate con altri membri della famiglia Asteraceae/Compositae per es. camomilla, tanaceto, ecc..
La calendula, i consigli del farmacista
Preparati a base di calendula, sotto forma di infuso (1-4 g in 150 ml 3 volte al giorno), tintura [0,3-1,2 ml (1:5 in alcol al 90%) 3 volte al giorno], estratto fluido [0,5 ml (1:1 in alcol al 40%) 3 volte al giorno], o unguento (al 2,5%) vengono utilizzati per promuovere la formazione del tessuto di granulazione e facilitare la guarigione di scottature, infiammazioni cutanee, ferite o eczemi. Si raccomanda l’applicazione di unguenti contenenti
il 2-5% di droga secca.