Home C'era una volta Michael Jackson, condannato al successo

Michael Jackson, condannato al successo

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Il 26 giugno 2009 il mondo apprende della morte di Michael Jackson avvenuta il giorno prima nella sua casa di Holmby Hills, vicino a Los Angeles Il certificato medico stilato dopo il decesso attribuisce le cause della morte ad arresto cardiocircolatorio, ma le circostanze restano oscure. L’indagine avviata in seguito porterà al rinvio a giudizio per omicidio del suo medico personale, colpevole di avergli somministrato una dose eccessiva di farmaci. Jackson ha cinquant’anni.

Un bambino prodigio con la carriera segnata

Stella luminosa dello showbusinnes Michael Jackson è una delle più discusse figure della storia musicale degli ultimi anni del Novecento. Inizia la sua carriera come bambino prodigio nei Jackson Five il gruppo formato insieme ai suoi fratelli Jackson, figli della cantante di blues e country Katherine “Kate” e dell’ex chitarrista dei Falcons, Joe Jackson. Nel 1993 ha addirittura ottenuto un Grammy speciale “alla carriera” assurgendo ufficialmente al ruolo di mito, a soli trentacinque anni d’età, ma con venticinque anni di carriera all’attivo. La sua attività solistica inizia all’inizio degli anni Settanta quando la Motown decide di promuovere anche individualmente i componenti dei Jackson Five. Il primo è proprio Michael che nel 1971 pubblica il singolo Got to be there, seguito dall’album omonimo. Dopo vari dischi di buon successo nel 1979 Michael partecipa con Diana Ross al film “The wiz”, un remake del “Mago di Oz” con un cast interamente composto da attori di colore, cantando You can’t win con la supervisione di Quincy Jones, l’autore dell’intera colonna sonora. Proprio da questa esperienza nasce la sua intesa musicale con Jones che trova la sua prima concretizzazione nell’album Off the wall, alla cui realizzazione partecipano sessionmen come i Brothers Johnson e autori come Rod Temperton degli Heatwave.

Il grande successo ha un costo insopportabile

Michael nel 1981 vince il Grammy come miglior cantante per Don’t stop ‘til you get enough mentre  Off the wall conquista il doppio disco di platino vendendo oltre 4 milioni di copie in tutto il mondo. Il 1° dicembre 1982 viene pubblicato Thriller, il maggior successo di vendite dell’industria discografica, con 40 milioni di copie vendute, che vince ben otto Grammy. Con la notorietà iniziano le leggende sul conto di Michael Jackson, ormai divenuto un mito astratto e rinchiuso nella sua villa di Encino in California, principesca e ricca di pacchianerie. Il suo silenzio e il suo ritirarsi nel privato suscitano l’interesse morboso dei giornali e l’invidia dei più. Di lui si scrive tutto e il contrario di tutto, investigando ogni più nascosto anfratto della sua vita, dalla sessualità, alla sua ipotizzata verginità con punte di sessuofobia, alle presunte love story con le più anziane Liz Taylor e Diana Ross, oppure con le ex bambine prodigio Tatum O’Neal e Brooke Shields, alle sue operazioni di chirurgia plastica, fino all’accusa di tingersi la pelle di bianco vergognandosi del suo colore. Altre sue eccentricità, vere o supposte, riempiono le pagine dei giornali scandalistici di tutto il mondo. L’aver vissuto da star fino dall’età di dieci anni non aiutano Michael a reggere il suo ruolo di mito e la morte non cancella le polemiche.

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".

3 COMMENTS

  1. MJ faked his death to expose the NWO..That’s why no more News & Rumors , that’s why MJ Memorial TRIBUTE 25.06.2010 at OLIMPIC STADIO of Rome was cancelled..
    MUST SEE su Google..
    1) LA NOSTRA ULTIMA POSSIBILITA’
    2) MJ SYMBOLISM

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