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Paola Minaccioni: «Essere green vuol dire avere cura»

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Paola Minaccioni

Paola Minaccioni nasce a Roma. Famosa soprattutto per le imitazioni in TV e per i suoi esilaranti personaggi da quello della giornalista di Rai Tre Giovanna Botteri, al Ministro Giorgia Meloni, alle parodie delle escort di Palazzo Grazioli, Lost in Wc. Paola è un’attrice a tutto tondo. Diplomatasi al Centro Sperimentale di Cinematografia, vanta una grande esperienza teatrale che spazia dalla drammaturgia classica a quella sperimentale e contemporanea. Mercoledì 17 luglio sarà ai Giardini della Filarmonica di Roma con il suo spettacolo-concerto Un mare di Nuvole in scena con la cantante Awa Ly. Uno spettacolo sul tema del viaggio, “Un racconto divertente – come lei stessa ci racconta – tante riflessioni, aneddoti sulla mia emancipazione. Da una parte ci sono io, il tipo ansioso che non riesce a fare neanche una valigia, dall’altra Awa Ly, senegalese, che parla cinque lingue e che per mestiere gira il mondo”.

Paola sei green nella vita, insomma ti senti un po’ ecologista?

Se sono green? Dipende che cosa si intende con l’essere green. Nella vita di tutti i giorni faccio quello che posso, sto attenta ai rifiuti, cerco di dividerli nel modo giusto. Non uso l’aria condizionata in casa, quella no, non ce l’abbiamo. Faccio la spesa al mercato, compro prodotti a “km 0”, cose biologiche insomma. Ma non sono un’attivista, sono sensibile alle tematiche ambientali.
Cosa vuol dire per te essere ecologista?
Ecologia per me vuol dire, prima di tutto, scegliere di avere cura di sé e degli altri. Avere cura della propria vita e di quello che ci circonda.
Nel tuo lavoro ti capita di notare, ad esempio sui set durante le riprese, un uso più consapevole delle risorse?
Sì, anche se dipende dalla produzione e dal regista. C’è sicuramente una crescente sensibilizzazione verso i problemi legati al rispetto per l’ambiente ma non sempre è possibile nel nostro lavoro, per motivi organizzativi e di tempo, essere impeccabili al cento per cento. Sta soprattutto alla sensibilità della gente. Ozpetek ad esempio, è una persona molto attenta, anche a quest’aspetto.
Con Ferzan Ozpetek stai lavorando anche ora nel suo ultimo film Allacciate le cinture.
Sì. Le riprese sono cominciate a maggio ma come saprai, non posso anticiparvi nulla.
Con lui hai lavorato in Cuore Sacro, in Mine vacanti e poi in Magnifica Presenza, accanto al bravo Elio Germano. Un ruolo che ti ha portato la nomination come miglior attrice non protagonista ai Nastri d’Argento nel 2012.
Sì, con Ferzan ho fatto un vero percorso di crescita. E’ il regista che mi sta dando la possibilità di esplorarmi, di mettermi alla prova, di crescere.
Come è andato l’incontro con Ozpetek?
Ferzan è una persona curiosa. Dopo Cuore Sacro in cui avevo fatto una semplice apparizione, è venuto a vedermi a teatro ed in seguito mi ha cercata per un altro ruolo.
Quand’è che hai deciso che avresti fatto l’attrice?
Ho iniziato tardi a fare cinema. Per fortuna ad un certo punto ho incontrato l’agente giusto. Per un attore giovane è importante agganciarsi ad una buona agenzia. Bisogna capire che il rapporto agente e attore è un rapporto di lavoro non di amicizia e avere il coraggio ad un certo punto di scegliere. Noi attori tendiamo a confondere le cose.
Ma quand’è che hai capito che avresti fatto questo mestiere?
A scuola ero famosa per le mie imitazioni. Un’estate mi convinsero ad esibirmi davanti a più di mille persone. Dovevo fare l’imitazione della Marchesini. Mi ricordo che avevo una fifa incredibile, non mi sentivo più le gambe. Fu un caso. Da lì la curiosità e poi i provini, il Centro Sperimentale…
E poi il teatro, tanto. Teatro di ricerca, classico. La televisione, la radio e il cinema.
Sì. Sono stata fortunata. Ho lavorato con persone bravissime e nel campo comico non sempre è facile. Serena Dandini, La Gialappa’s Band e molti altri.
Che consiglio daresti ad un attore emergente?
Di impegnarsi e di scegliere un buon agente! Bisogna studiare perché devi strutturarti, solo in questo modo puoi sapere cosa ti piacerebbe fare. Se hai studiato, se sei stato molto a teatro, difficilmente puoi dimenticare cosa ti piace e cosa no. E soprattutto essere un attore non vuol dire fare soldi, vuol dire essere felice di fare questo mestiere. Certo il successo ti permette di scegliere cosa fare e questo è fondamentale nella vita di un’artista.
Prossimi progetti?
Tanti, come sempre. E ovviamente vi aspetto tutti questo mercoledì, a Roma, per il mio spettacolo: Un mare di nuvole!