Riccardo Fogli, classe 1947, toscano doc. Riccardo nasce a Pontedera (PI) e l’amore per la musica la coltiva fin da bambino, studiando e contemporaneamente esibendosi con la banda cittadina. Il suo esordio musicale avverrà molto dopo perché Riccardo, come molti ragazzi in cerca della loro strada, si misurerà molto presto con il mondo del lavoro, accontentandosi di lavorare come metalmeccanico alla Piaggio. La musica, però, Riccardo ce l’aveva nel sangue e così continuò a frequentare le sale da ballo, dove poteva cantare le canzoni famose del periodo.
Il 1963 fu l’anno della svolta: fu in quell’anno che Riccardo vinse il primo premio al Festival di Cascine di Buti in provincia di Pisa con la famosa canzone di Morandi “Fatti mandare dalla mamma a prendere il latte” e, pur continuando a lavorare come gommista, fece l’incontro che gli cambiò la vita: suonando musica rock insieme al suo gruppo al Piper di Milano, incontrò i Pooh.
Fu proprio al Piper che il gruppo lo notò e nel luglio del ’66, lo prese sotto la sua ala. Il successo arrivò come un fulmine e Riccardo divenne famoso con “Piccola Katy” nel 1968. Seguirono gli anni straordinari di “Tanta voglia di lei”, “Pensiero” e “Noi due nel mondo e nell’anima”, ma presto qualcosa andò storto, così Riccardo lasciò il gruppo e tentò, con successo la strada solista.
Riccardo, se guardi indietro, alla tua vita passata e alla tua fantastica carriera, cos’è che non rifaresti?
Non è mai facile individuare gli errori del passato, ma è certo che, essendoci passato, non li rifarei nel presente.
Forse a 20 anni, io e i miei amici Pooh, e sottilineo “amici” perché quello eravamo e siamo ancora, avremmo potuto anche trovare il modo di ricucire un rapporto che, nel giro di 6 mesi, precipitò velocemente. Ma il passato è passato…
Ci sono state cose che non sei riuscito ad ottenere o meglio, mete alle quali non sei riuscito ad arrivare?
Sì certo, come tutti credo. Se penso che mio padre e mia madre sono stati insieme 60 anni ed io invece non sono riuscito ad essere altrettanto coerente nei miei sentimenti, dato che ho dei matrimoni fattiti alle spalle; molto probabilmente da qualche parte devo aver sbagliato. A pensarci bene però, non è detto che debba per forza considerarli errori: oggi il mio cuore batte forte per mia moglie, quindi forse quegli errori mi hanno portato nel posto giusto o forse semplicemente quello era il mio destino.
Se non avessi fatto il cantante a cosa ti saresti dedicato?
Forse il destino avrebbe scelto per me un futuro da metalmeccanico. Per un paio d’anni ho vissuto una gloriosa militanza nella mitica Piaggio di Pontedera, ma sono stato caparbio e gli sono sfuggito.
Qual è la musica che proprio non sopporti, quella che non produce in te nessun sentimento?
Io amo ascoltare la musica prevalentemente in macchina, ma detesto quella fatta male. Quando mi imbatto in quella che non mi piace, che non mi suscita nessun sentimento, semplicemente la evito e cambio canale.
Così il destino ti ha portato su una nuova strada e oggi ti dedichi anche al tuo Bed&Breakfast . E’ stato solo un investimento oppure una destinazione di vita fatta per affinità con la natura?
Io amo da sempre la campagna e la natura in genere. Mi piace usare il trattore, dedicarmi a piccoli lavori di muratura e anche potare i miei ulivi. Mi piace moltissimo intervenire esteticamente sugli alberi che mi circondano, specialmente quelli abbandonati del mio podere. In assoluto posso dire che, per amore della mia maremma e per il piacere di ospitare gli amici, mi sono impegnato in questa attività che oggi mi consente di condividere il sapore e i profumi della mia terra.
Quali sono le attività legate alla natura che si possono fare nel tuo B&B?
Questa natura in qualche modo mi appartiene e adoro coinvolgere i miei ospiti\amici nelle attività che si fanno in campagna: potare ulivi, raccogliere erbette, passeggiare in mezzo alla natura oppure correre semplicemente in riva al mare.
Credi nell’ecologia? E nel futuro del pianeta? Sei preoccupato del futuro dei tuo figli da questo punto di vista o sei ottimista?
Certo che sono preoccupato, per questo vivo qua. Ti faccio un esempio: l’80 % del riscaldamento che usiamo qui lo autoproduciamo attraverso le potature degli ulivi, dei lecci ed in genere di alberi che ho piantato personalmente trenta anni fa
Secondo te cosa dovremmo fare per rimediare al disastro ecologico che abbiamo creato?
In questo direi che ho le idee chiare: sprecare meno, vivere con meno, mangiare di meno e rispettare di più gli altri e anche…. andare più piano in macchina.