Riccardo Mei debutterà a Roma con il suo lavoro “Into the wild world”, lo spettacolo scritto, diretto ed interpretato dal famoso doppiatore, è ricco di spunti, di immagini e di musica, un viaggio attraverso i territori selvaggi dell’anima e dedicato alla natura.
Le canzoni, interpretate dal vivo, saranno quelle del film “Into the wild” di Sean Penn, ma ci saranno anche brani di Cat Stevens e di Eddie Vedder, ed alcune musiche originali. Sul palco, ad accompagnare Riccardo in questo suggestivo viaggio, ci saranno: Maurizio Loffredo alle chitarre, Maurizio Meo al contrabbasso, Cinzia Gizzi al pianoforte, Corrado D’Agostino alle batterie e percussioni.
Riccardo Mei, attore di teatro, specialista nel doppiaggio e musicista, è la voce di Geo & Geo e per 13 anni di “Alle falde del Kilimingiaro”
La sua collaborazione con la Rai è iniziata negli anni ’90. La sua inconfondibile voce arricchisce molti programmi dedicati al mondo animale del National Geographyc su Sky. Da un po’ di tempo Riccardo collabora con la Società Italiana di Pedologia di cui è presidente il prof. Terribile dell’Università di Napoli e che l’anno scorso ha presentato un importante disegno di legge per ottenere il riconoscimento del suolo come bene comune e la sua tutela da parte di tutti. Su questo tema è stato realizzato in Germania uno splendido video di animazione “Let’s talk about soil” che in pochi minuti sintetizza efficacemente l’importanza del suolo per la salute, la nostra vita ed il nostro futuro.
Nella versione italiana del video, Riccardo ha prestato la sua voce: https://youtu.be/0k0OwhKAiBA
Riccardo, come nasce l’idea di questo spettacolo?
E’ nata diverso tempo fa. Ricordo che lessi il bellissimo libro di Jon Kraukauer e ne rimasi molto affascinato ma fu il film “Into the Wild”, scritto e diretto da Sean Penn, a colpirmi particolarmente. Bellissimo. Tu lo hai visto?
Sì, piacque molto anche a me.
Rimasi affascinato al punto che ci scrissi un testo teatrale. Mi sono riconosciuto moltissimo nel protagonista, in quel Christopher McCandless così intenso anche se nella mia storia personale non ho mai avuto problemi con mio padre. Questa storia è bellissima e commovente: un viaggio incredibile e posti meravigliosi, perfetta per poter fare un percorso circolare che rimanda al teatro, alla letteratura, al cinema. Nel 2011 ho presentato lo spettacolo per la prima volta e l’entusiasmo del pubblico mi ha davvero esaltato. Moltissime persone mi hanno detto: “sai che adesso ho capito finalmente il significato del film?”. Sean Penn è stato molto coraggioso a raccontare questa storia. Una vicenda triste, con un finale triste eppure coinvolgente, anche se la gente non è abituata alle storie senza lieto fine. Christopher muore per una disattenzione, un errore fatale, un epilogo doloroso ma attraverso il quale abbiamo conosciuto la sua storia.
In che modo hai strutturato il racconto?
Nello spettacolo entro ed esco dal personaggio di Christopher divenendo anche il narratore. Sul palco insieme a me ci sono i musicisti, diversi personaggi. Soprattutto “Into the wild world” è uno spettacolo multimediale, oltre la musica ci sono video, fotografie come quelle di Barbara Dall’Angelo, una fotografa bravissima, anche lei un’entusiasta che ci ha dato la possibilità di far conoscere i suoi lavori in esclusiva. E poi, come dicevo, diversi contributi di documentaristi e persone che lavorano per l’ambiente e per la natura.
La forte presenza dei temi ambientali ha permesso a “Into the wild world” di ottenere il prestigioso “bollino” WWF: “consigliato dal WWF”.
Sì, è vero. Questo è uno spettacolo perfetto per approfondire molte delle loro tematiche. Si affrontano tanti argomenti, quelli puramente legati alla società di oggi, alla difficoltà nella relazione genitori-figli e ovviamente il rapporto con la natura e l’ambiente, dal quale tutti dipendiamo.
Immagino che sarai una persona che vive spesso la natura…
Si certo, ma non credo sia mai abbastanza, non quanto vorrei. Appena posso scappo via un week-end, qualche giorno. Quando riesco vado a fare immersioni subacquee, una delle mie grandi passioni. Sono sempre stato un amante della natura. Dai 12 ai 15 anni ho passato un periodo bellissimo nei boy-scout nelle Marche da dove provengo (sono nato a Camerino). Con i boy-scout di Ascoli Piceno si organizzavano campi di sopravvivenza nei boschi e questa esperienza meravigliosa ha contribuito sicuramente ad accrescere il mio amore e la mia sensibilità per la natura. Da più grande mi sono dedicato al trekking ma non all’alpinismo anche se è uno sport che amo molto non a caso uno degli idoli con il quale sono cresciuto è Walter Bonatti. Nello spettacolo leggo alcuni suoi scritti, scritti che mi hanno regalato nel tempo meravigliose suggestioni. Il mio desiderio era di invitarlo allo spettacolo, ma purtroppo come molti sapranno, Bonatti è morto prematuramente e così non ne ho avuto più la possibilità. E’ proprio guardando il film “Into the wild” che ho realizzato di conoscere quei posti in Alaska pur non essendoci mai stato e sai perché? Perché Bonatti era stato lì. Una sensazione incredibile scoprire che io tutti quei luoghi in fondo li avevo vissuti e immaginati attraverso un suo reportage che al tempo lui aveva realizzato per Epoca.
Nel tuo “Into the Wild” versione teatrale c’è molto impegno e certamente anche un messaggio.
Sì, piuttosto impegnativo. E’ uno spettacolo davvero emozionante e spero che in qualche modo possa contribuire a far nascere una maggiore coscienza ambientale e anche un’attenzione maggiore ai rapporti umani. Questo è esattamente il mio augurio futuro, che questa coscienza possa finalmente diventare universale.
C’è qualcosa che fai (come tutti) nel tuo quotidiano di ecologicamente scorretto?
Io? No, spero di no. Insomma cerco di fare del mio meglio. Non mi capita mai di fare cose che possano essere dannose per l’ambiente. Faccio scrupolosamente la raccolta differenziata, cerco di spegnere le luci, risparmio sempre sull’acqua e cerco di mangiare sano facendo attenzione a quello che compro e alla provenienza dei cibi. Amo moltissimo tutti gli animali, ho due gatti, Frank e Perla, e due tartarughe.