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Tav Torino-Lione, Grenoble ritira i finanziamenti

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Il sindaco di Grenoble, l’ecologista Eric Piolle ©Thierry CHENU/Ville de Grenoble

La notizia è come un fulmine a ciel sereno: la città di Grenoble, in Francia, dice no alla Tav Torino-Lione. Il sindaco della città transalpina, l’ecologista Eric Piolle al termine di una riunione del consiglio comunale, ha formalmente ritirato l’appoggio della città al progetto, creando un precedente destinato a fare scalpore.

Tav Torino – Lione, Grenoble ritira i finanziamenti

Al finanziamento della linea ferroviaria Torino Lione, più conosciuta come TAV, voluto dalla scorsa amministrazione della città di Grenoble assieme allo Stato francese, alla Rete ferroviaria ed altre 13 amministrazioni locali, era destinato circa 1 miliardo di euro.

Il nuovo sindaco Eric Piolle, ha illustrato la decisione presa dall’amministrazione comunale spiegando che «La Tav non rappresenta un reale miglioramento per la popolazione» e che, in questo modo, la città potrà spendere il bilancio verso soluzioni meno costose e maggiormente efficienti per i residenti. Pierre Meriaux, consigliere municipale delegato alla Montagna e al Turismo ha sottolineato: «Nel 2002 il progetto della Torino Lione era considerato ancora prioritario per il trasporto delle merci. Oggi non è più così. Ma soprattutto, abbiamo assistito ad una deriva preoccupante dei costi: nel 2002 l’impegno complessivo del municipio, della Métropole e del dipartimento dell’Isère era stato fissato a 53,4 milioni di euro. Nel 2007 si è rivisto il montante a 129,72 milioni. Ad oggi siamo nell’ordine dei 330 milioni».

Grenoble è quindi il primo comune a ritirarsi ufficialmente e crea un precedente sul quale saranno in molti a riflettere.

I No Tav,  gli ambientalisti e gli oppositori del progetto esultano: «Abbiamo accolto con entusiasmo questa decisione di buon senso da parte del consiglio comunale che si oppone ad una spesa faraonica e reindirizza i budget per lo sviluppo di mezzi pubblici utili per lo spostamento quotidiano della popolazione. Abbiamo presentato da tempo soluzioni affinché le merci viaggino sui treni e non sulla strada: sottolineiamo in particolare la necessità di raddoppiare la linea ferroviaria tra Aix-les-Bains e Annecy, tra Saint-Etienne e Clermont-Ferrand, tra Saint-Etienne e Le Puy-en-Velay, tra Grenoble e Valence, e tra Saint-André-le-Gaz e Chambéry. Questi sono gli investimenti che rispondono alle reali esigenze degli abitanti della Regione Rodano-Alpi Alvernia che miglioreranno non solo il trasporto quotidiano ma anche i tempi di percorrenza tra Torino e Lione».

Altri problemi sul tracciato italiano della TAV

Intanto in Italia, dove il progetto ha ricevuto qualche mese fa il via libera dal ministero dell’Ambiente, affossando per sempre le indicazioni avanzate dagli enti locali, continua a far discutere.

L’ultima notizia in termini di tempo riguarda l’amministrazione di Desenzano che ha autorizzato il sindaco a ricorrere al Tar del Lazio per bloccare il tracciato della Tav Brescia-Verona e mettere in discussione «la verifica di ottemperanza» che permetterebbe al Consorzio Cepav di iniziare i lavori.

I comuni interessati (Pozzolengo, Ponti sul Mincio, Peschiera del Garda, Castelnuovo del Garda, Sona e Sommacampagna) chiedevano una sostanziale modifica del tracciato, visto che erano state individuate altre possibilità di utilizzo della linea storica attraverso le molte innovazioni tecnologiche, senza bisogno quindi di costruire una nuova fila di binari.

Il sindaco di Desenzano Rosa Leso sottolinea: «Abbiamo sempre affrontato il tema Tav in una logica propositiva inviando diverse osservazioni al ministero». Il dialogo non ha funzionato, perciò ora si passa alle vie legali. Il comune voleva solo «salvaguardare il territorio e l’economia locale. Qui  ci sono molte aziende pesantemente penalizzate dalla realizzazione dell’infrastruttura».

 

 

Fonte: valori/economiasolidale.it