Alcune baleniere, partite il primo dicembre scorso con la finalità dichiarata di condurre ricerche scientifiche, sono rientrate in porto dopo 115 giorni nell’oceano antartico, uccidendo ben 333 balenottere, di cui 200 femmine incinte.
Continua la strage di balenottere per fini “scientifici”
Nonostante le disposizioni della Corte internazionale di giustizia dell’Onu e le proteste dell’Australia e della Nuova Zelanda, le flotte giapponesi per la caccia alla balena, hanno condotto indisturbate la caccia, ogni anno nell’arco degli ultimi 70 anni, con unica eccezione durante la stagione 2014-2015, casualmente a ridosso della sentenza della Corte dell’Aja.
La caccia alla balena è stata infatti “esplicitamente” vietata da una sentenza nel marzo 2014: la Corte ha diffidato il Giappone di uccidere cetacei ed ha accusato Tokyo di mascherare le uccisioni con false garanzie di “scientificità”, al solo fine di aggirare una moratoria mondiale in vigore dal 1986.
Anche la Commissione Internazionale sulla caccia alle balene (Iwc) ha contestato la richiesta del Giappone di uccidere 4.000 balene nell’arco di 12 anni giustificandone la necessità con una sorta di “valenza scientifica”.
Per molti anni il governo nipponico ha continuato indisturbato l’attività di caccia alle balene, facendosi scudo della cultura nazionale e argomentando sulle specie di balene che non sarebbero a rischio di estinzione.
L’Islanda dice no alla caccia delle balenottere
Buone notizie invece dal fronte dell’export: l’Islanda prende una decisione storica in tema di difesa ambientale e stabilisce che, durante la prossima estate non aprirà la caccia alle balenottere.
Il direttore della maggiore compagnia di baleniere islandese, Kristjan Loftsson , che solo lo scorso anno cacciò ben 155 esemplari di balenottere, ha annunciato la sua decisione al quotidiano locale Morgunbladid: La Hvalur non invierà imbarcazioni per la caccia alle balenottere, soprattutto perchè sono aumentate di molto le difficoltà nell’export della carne islandese verso il Giappone, maggior fruitore di carne di balenottera Islandese.
Ad aver influito sulla decisone dell’Islanda, potrebbe essere stata le crescente pressione internazionale sulla necessità di fermare la caccia alle balene.
Fonte : ANSA