A seguito delle forti polemiche che ormai da un po’ si susseguono a proposito della diffusione dell’olio di palma, la UE corre ai ripari e annuncia una serie di misure pensate per l’import dei prodotti agricoli.
Olio di palma, la UE contro la deforestazione
Un nuovo “studio di fattibilità per un piano d’azione contro la deforestazione” è stato lanciato dall’Unione Europea, per far fronte all’invasione dell’olio di palma, principale responsabile della devastazione dei grandi polmoni verdi del pianeta. Le misure attualmente allo studio, saranno pronte non prima del 2017 e si occuperanno quindi di stabilire delle regole nell’import dei prodotti agricoli ed in particolare dell’olio di palma, recentemente al centro di forti polemiche.
L’Olanda, insieme a Francia, Germania, Gran Bretagna e Danimarca ha invitato la Commissione europea a includere misure fortemente eco sostenibili in grado di garantire misure anti-deforestazione negli accordi agricoli con i Paesi produttori. La Francia intanto, ha deciso di operare già per suo conto e sta già discutendo una proposta che aumenterà le tasse sull’import di olio di palma impiegato nei cibi. Da queste nuove tasse sarà naturalmente esentato l’olio di palma certificato come ‘sostenibile’, scatenando dure reazioni da parte dei grandi Paesi produttori, quali Indonesia e Malesia.
Promesse non mantenute
Annisa Rahmawati, attivista per le foreste di Greenpeace Sudest asiatico, parlando al Parlamento europeo, ha detto: “Dal 1990 la deforestazione in Indonesia ha fatto scomparire un’area grande quanto la Germania e oggi il settore dell’olio di palma è il principale volano di questa distruzione”.
Già due anni fa, molti marchi famosi nel settore alimentare e nella cura della persona (Colgate\Palmolive, General Mills, Danone, Ikea, Kellogg, Johnson & Johnson,Mars, Mondelez, Nestle, Orkla, PepsiCo, Ferrero, P&G e Unilever), avevano annunciato politiche di sostenibilità ambientale pensate appositamente per tutelare le foreste e fu proprio Greenpeace a verificarne le promesse di “zero deforestazione”.
Colgate-Palmolive, PepsiCo e Johnson & Johnson sono risultate quelle con le performance più deludenti, ma il dato preoccupante è che nessuna delle aziende ha pubblicato, come era stato richiesto, l’elenco completo dei fornitori di olio di palma. L’unica ad impegnarsi in proposito ed a ricostruire il percorso dell’olio di palma utilizzato è stata la Ferrero.