Proprio in questi giorni il Parlamento italiano sta approvando la legge sull’omofobia e questo importante evento legislativo riporta alla mente una delle opere più toccanti concernenti la scoperta della propria sessualità e, nello specifico di questo libro, della propria omosessualità. È il caso di Chiamami col tuo nome di André Aciman (Guanda, 2008).
La scoperta dell’omosessualità in Aciman
Andrè Aciman, un romanzo dalla profonda sensibilità umana
Il lavoro di questo narratore americano non è un libro sulla ‘scoperta della prima volta’; è invece un romanzo sull’intimità delle persone e sulla sensibilità umana nell’ottica della scoperta improvvisa della propria identità sessuale. L’ambientazione scelta da André Aciman è la riviera ligure. Ci troviamo nel periodo delle vacanze estive, approssimativamente verso la metà degli anni ’80. Il plot del libro riguarda le vicende sentimentali tra il diciassettenne Elio, figlio di un professore universitario, e Oliver, un ragazzo statunitense di ventiquattro anni arrivato in Italia per lavorare sulla propria tesi di post dottorato. Il giovane americano, ospite nella villa al mare del docente, conquista immediatamente la famiglia di Elio grazie al proprio carattere e al proprio aspetto fisico. Elio non riesce a rimanere insensibile ai modi di Oliver, innamorandosene praticamente a prima vista. Tra i due ragazzi inizia un rapporto profondo, giocato sulle chiacchierate su libri e film, nuotate e bagni di mare, partite a tennis e da volate in paese in bicicletta, sullo sfondo dei paesaggi tipici dell’estate mediterranea.
Elio e Oliver, un’attrazione irresistibile
Sboccia un’attrazione irresistibile, inattesa, a tratti condita dall’ossessione e dalla paura di perdersi ma vissuta interamente. E dopo innumerevoli incomprensioni reciproche, i due giovani si abbandonano infine alla passione reciproca che culmina in alcuni giorni passati insieme a Roma, prima che Oliver faccia ritorno negli Stati Uniti. Ed è Elio, in particolare, a rendersi conto di quello che gli sta accadendo, a prendere finalmente coscienza di sé stesso e della sua reale identità sessuale, ad “essere ciò che sono grazie a te. Essere ciò che era grazie a me. Essere nella sua bocca mentre lui era nella mia, e non sapere più se era il mio o il suo uccello che avevo in bocca. Lui era il passaggio segreto che mi conduceva a me stesso […] Capii che in quel preciso istante lo stava assaggiando. Qualcosa di mio era nella sua bocca, e adesso era più suo che mio. Non so cosa mi prese in quel momento, mentre continuavo a fissarlo, ma all’improvviso provai un feroce bisogno di piangere. Piangevo perché stava accadendo qualcosa, ma non avevo idea di cosa fosse.”
Dopo quei momenti trascorsi insieme a Roma, le vite dei due ragazzi prendono altre strade e Oliver ed Elio costruiranno il loro futuro. Ma è fondamentale sottolineare che, a dividere i due ragazzi, non saranno i sospetti dei genitori di Elio o i pregiudizi verso l’omosessualità, non sarà “la morale borghese” o la vergogna o il senso di colpa, ma semplicemente il Tempo. L’inesorabile e implacabile Tempo. Oliver tornerà in America, si sposerà e avrà dei figli mentre Elio vivrà la propria vita. Ma tutte e due le loro esistenze si svolgeranno costantemente nel segno di quel sentimento di perdita reciproca. Nel corso degli anni successivi, Oliver ed Elio s’incontreranno nuovamente, seppur incapaci di esprimere l’un verso l’altro la forte intensità, l’autenticità insuperabile e lo struggente sentimento di quei giorni romani.
L’autenticità dei sentimenti descritti da Aciman
Con questo libro, André Aciman è riuscito in un’impresa davvero difficile: rendere in parole quello che il cuore prova in determinati momenti della propria vita, descrivere con efficacia ciò che si ha la fortuna di provare almeno una volta nella propria vita. Ma, nello stesso tempo, anche la struggente sensazione del lasciarsi per intraprendere un altro percorso di vita dopo aver provato emozioni fortissime e irripetibili. Questo libro ha l’enorme pregio di rendere normale la lettura di ciò che si desidera e che si ama. Perché l’amore è un sentimento unico che si cerca sempre di ricambiare. Perché è solo questo che conta per chi ama intensamente. E che fa dire ad Elio delle parole meravigliose sul senso della vita: “Sei l’unica persona a cui vorrei dire addio quando morirò, perché solo allora questa cosa che chiamo vita avrà un senso. E se dovessi venire a sapere che sei morto, la mia vita così come la conosco e il me stesso che adesso sta parlando con te smetterebbero di esistere.”
Lo stile narrativo di Andrè Aciman
Lo stile narrativo di Aciman è particolarmente fluido, ricco di descrizioni personali molto dettagliate ma che non scadono mai nella facile morbosità. La grande scorrevolezza del testo cattura il lettore e riesce a fargli comprendere le emozioni dei due personaggi nei momenti cruciali della scoperta del loro rapporto.
E vedere gli eventi che si succedono attraverso gli occhi di Elio contribuisce a dare la giusta intensità alle pagine del libro proprio perché è Elio stesso a scoprire, grazie alla presenza di Oliver, la propria identità sessuale. Da questo punto di vista, sono particolarmente toccanti i ricordi di Elio con i quali, a distanza di vent’anni, rievocherà quei momenti che hanno segnato per sempre la sua vita. Una storia cominciata nello sbigottimento dell’eccitazione e del disorientamento adolescenziale, quel pomeriggio in cui Oliver “è entrato finalmente nella mia stanza senza bussare…e mi ha chiesto come mai non ero con gli altri sulla spiaggia, e tutto quello che mi veniva da dire, anche se non ci riuscivo, era, Per stare con te. Per stare con te, Oliver. Con o senza il mio costume da bagno. Per stare con te nel mio letto. Nel tuo letto. Fai con me quello che vuoi. Prendimi. Chiedimi solo se lo desidero e ascolta la mia risposta, solo non lasciarmi dire di no”.