Entro il 2100 le temperature sulle Alpi sono destinate a crescere in modo costante tanto da ridisegnare tutto il paesaggio invernale a cui si è abituati.
Il termometro sarà costantemente sopra lo zero anche d’inverno e questo potrebbe determinare una seria situazione di crisi soprattutto per il turismo invernale.
Le Alpi destinate a sparire
Questa la previsione illustrata da Martin Beniston, climatologo dell’università di Ginevra, in occasione della conferenza internazionale ‘High Summit 2013’ organizzata a Lecco dal comitato EvK2Cnr.
I dati, estratti dal progetto di ricerca europeo Acqwa, mostrano che la ‘febbre’ delle Alpi sta già salendo rapidamente. ”Rispetto alla media del riscaldamento globale – spiega Beniston – nelle Alpi le temperature sono cresciute da mezzo grado a 1,5 gradi in più”. E la colonnina di mercurio continuerà a salire anche nei prossimi decenni: ”le Alpi dovranno sopportare estati con molti giorni caldi. Per il periodo 2071-2100 – aggiunge l’esperto – i modelli prevedono temperature sopra lo zero anche in inverno e primavera: una temperatura non in grado di mantenere ghiaccio e neve a 2.500 metri”. In questo quadro, ”paradossalmente le precipitazioni aumenteranno”, precisa il climatologo.
”I modelli previsionali dicono che sulle Alpi cresceranno le precipitazioni invernali, ma diminuiranno significativamente quelle estive. Sotto i 2.000 metri ci saranno strati di neve meno profondi ma più estesi, mentre a quote più alte la copertura nevosa sarà più consistente, ma più localizzata”. Così, se alle altitudini più elevate si osserverà un lieve aumento della neve, a 2.000 metri si assisterà a una perdita che varia dal 40% al 60%, corrispondente a un aumento della temperatura di circa 4 gradi centigradi. Per quanto riguarda le precipitazioni estreme, si osserverà uno slittamento: ”oggi si concentrano tra fine estate e inizio autunno, mentre in futuro – conclude Beniston – si ridurranno soprattutto in estate”.