Una pila su tre viene buttata con ancora il 40% di energia disponibile al suo interno. Lo spreco energetico scoperto da un’indagine di Duracell, in collaborazione con ERP.
Nelle case dell’uomo moderno ci sono due cose che non possono mai mancare: i cerotti e le pile.
MAI SENZA PILE. Nonostante i progressi fatti dalla scienza non si è ancora riusciti a sostituire questi due indispensabili oggetti per la casa. Se non si ha una scorta ben fornita di ciascuno dei formati esistenti, sia per i cerotti che per le pile, è un disastro. Le pile in particolare sembrano diventate se possibile ancora più importanti. Se da un lato, infatti, molti piccoli elettrodomestici sono stati dotati di batterie ricaricabili interne, con una discreta autonomia lontano dalla presa di corrente, per altri non c’è nulla da fare: servono le pile. E tante anche. Prendiamo i telecomandi, ad esempio. Croce e delizia della nostra vita, i telecomandi hanno invaso la casa: ne abbiamo uno per ogni elettrodomestico, quando va bene. Ma in qualche caso anche due o più. E poi ci sono i giochi dei bambini, le torce d’emergenza, le “sanguisughe” fotocamere digitali. Insomma ogni giorno si finisce per fare il giro degli elettrodomestici a cambiare pile. Esistono le ricaricabili è vero, ma noi italiani non siamo ancora entrati nella mentalità. E poi siamo malfidati: vediamo il prezzo iniziale elevato e l’apparecchietto da acquistare a parte e non crediamo che sia davvero possibile ricaricarle più volte e che, alla fine, sarebbe un buon investimento ammortizzato nel tempo. Così continuiamo a prendere le usa e getta anche se costano un occhio della testa e giornate intere passate a cambiar pile.
LO SPRECO INVISIBILE. La novità di questi giorni è che a spreco si aggiunge spreco. Ma in questo almeno non siamo soli. Per la prima volta, Duracell™, in collaborazione con European Recycling Platform (ERP),è stata in grado di determinare l’ammontare dell’energia ancora disponibile all’interno delle pile che vengono gettate (in Italia circa 260.000.000 all’anno), fornendo una fotografia esaustiva dello spreco energetico. Secondo la nuova ricerca condotta in 5 Paesi Europei tra cui Germania, Italia e Polonia su quasi 12.000 pile di diverse tipologie, rivela che uno sconcertante 1/3 di pile alcaline che viene gettato via dai consumatori contiene ancora al suo interno fino al 40% dell’energia disponibile – ovvero circa la stessa quantità di energia che è stata effettivamente utilizzata!
Detta così la notizia potrebbe anche far sorridere nell’illusione che “noi non siamo tra quei pazzi che buttano pile ancora cariche quasi per metà” perché “noi siamo bravi e per cambiarle aspettiamo che l’elettrodomestico non dia proprio più segni di vita”. Anzi, “noi usiamo pure il trucco di toglierle e agitarle un po’ per vedere se è rimasto un barlume di energia da spremere”. Ma non è che le pile dello studio siano state buttate da spreconi: semplicemente l’elettrodomestico in cui si trovavano non sembrava più in grado di funzionare con loro all’interno. Ed è quello che facciamo tutti. Eppure, basterebbe prendere un elettrodomestico a consumo più basso per scoprire che spesso c’è ancora energia, molta, utilizzabile per altro al loro interno.
Quando i nostri dispositivi di uso quotidiano smettono di funzionare, diamo per scontato infatti che anche le pile al loro interno siano esaurite. Ciò che invece è sconosciuto ai più, è che alcuni dispositivi ad alto consumo, come ad esempio una fotocamera digitale, potrebbero smettere di funzionare quando la pila ha ancora disponibile più del 60% della sua energia al suo interno. Spesso rimane energia sufficiente per far funzionare un altro apparecchio che ha un tasso di assorbimento energetico minore, come un telecomando, una sveglia o un giocattolo per bambini. Vediamo due esempi abbastanza sconcertanti in questa tabella:
L’ENTITÀ DELLO SPRECO. Vi sembra poca cosa? Provate a pensare allora a quanti elettrodomestici ad alto consumo avete e quanti elettrodomestici a basso consumo potreste far funzionare. Ancora meglio, provate a pensare a quanto ammonta il “piccolo” spreco che parte da una pila se moltiplicato per tutte le pile di centinaia di elettrodomestici.
Torniamo all’indagine. Considerando la capacità energetica media di ogni tipologia di pila e la tensione residua e moltiplicando per il numero di pezzi gettati e intercettati si è calcolato che l’energia residua nel totale delle 12 mila pile equivale a 900.000 kWh. Avete idea di che cosa ci si potrebbe fare con tutta questa energia sprecata? No?! Allora ve lo dico io: 900.000 kWh sono un valore immenso. Potrebbero fornire, ad esempio, l’energia necessaria a 10.000 automobili di potenza media (88kWh/120CV) o a 300.000 abitazioni a pieno regime di funzionare per un’ora. Corrispondono all’energia prodotta da 50.000 pannelli fotovoltaici in un’ora. Se vi sembra poco! Comunque si potrebbero fare cose interessanti anche senza avere tutte le 12mila pile della ricerca. Guardate un po’ nel video qui sotto che magia di luce.
Da oggi converrà provare a spostare le pile apparentemente esauste in un altro elettrodomestico prima di buttarle. E se volete essere sicuri di usare efficientemente l’energia delle vostre pile, o volete valutare la quantità dello spreco e apprendere piccoli trucchi per riutilizzare l’energia delle vostre pile visitate www.duracell.it
di Emanuela Zerbinatti