L’emergenza rifiuti in Campania, mai sopìta, si è riacutizzata. Le proteste continuano. Sit in e assemblee sono in corso presso la sede dell’assessorato regionale all’ambiente contro la realizzazione di un nuovo termovalorizzatore a Giugliano.

Rifiuti, la Campania al collasso

Non sono mancati momenti di tensione e l’allarme resta comunque altissimo. Lo stesso Caldoro, il governatore della Campania, nei giorni scorsi aveva persino chiesto al Governo una legge speciale per bonificare i siti inquinati con lo sversamento illegale di sostanze tossiche.

Intanto, la chiusura dell’impianto di trattamento dei rifiuti di Tufino (in provincia di Avellino, ndr) ha sostanzialmente inceppato il ciclo di smaltimento che, di fatto, resta talmente fragile da rischiare un vero e proprio black out per lo smaltimento nell’intera Regione.

La Sapna, la società provinciale che gestisce il ciclo dei rifiuti, ha annunciato che presenterà una denuncia alla Procura di Nola sulle circostanze che hanno portato alla chiusura dello stir di Tufino.

Se tufino non verrà riavviato almeno 62 comuni del Nolano e della penisola sorrentina si troveranno sommersi dalla nuova emergenza.

Il problema è che l’emergenza è alta anche per la mancanza di fondi ai Comuni dopo i tagli decisi dalla spending review. I Comuni non riescono a pagare la Sapna che riceve i finanziamenti ora dalla provincia che sta comunque per esaurire anche la sua di disponibilità.

In una parola si rischia praticamente il collasso.