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Ciao Valeria, un addio come simbolo di pace

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valeria solesin

Ciao Valeria, cosa dire di più? I funerali, l’ultimo addio a Valeria Solesin, colpita da una delle prime raffiche sparate dai terroristi al Bataclan, morta tra le braccia del ragazzo che la proteggeva, sono voluti essere un simbolo di pace. Questo quanto ha voluto la famiglia.

L’ultimo addio a Valeria Solesin

”Qualcuno ci ha detto in questi giorni che la nostra famiglia ha rappresentato un esempio di compostezza e dignità quasi che noi potessimo significare un esempio per molti. Se questo e’ appena lontanamente vero, dico che questo era dovuto e dedicato a tutte le Valerie e Andrea che lavorano, studiano, soffrono e non si arrendono” ha detto il papà, Alberto, parlando durante l’ultimo saluto alla figlia.

Un funerale composto con centinaia di rose bianche ad attendere Valeria. molti sono arrivati a Venezia da lontano. Il tutto in un silenzio dignitoso perché di fronte al dolore questa è l’unica risposta. Ma il mondo si è stretto intorno a questo assurdo dolore.

Valeria un simbolo di pace contro ogni orrore

Valeria – ha detto il presidente della comunità islamica di Venezia, Mohamed Amin Al Ahdab – è come se fosse una nostra figlia. Siamo presenti qui per dire che non è stata uccisa in nome del nostro Dio ne in nome della nostra religione, ne in nostro nome”.  “Siamo presenti in piazza in questo funerale – ha aggiunto – per stare vicini, per solidarietà, per condividere con la città amori e dolori. Questo è un fatto che ci addolora veramente tantissimo”.

”Condivido il dolore della famiglia, famigliari e di tutta l’Italia” ha dichiarato Presidente Francoise Hollande letto durante i funerali.  “Valeria era venuta da noi in Francia per amore della vita e della cultura e ha trovato la morte sotto il fuoco dei terroristi”.

Messaggi di commiato da tutto il mondo

“La vostra cultura ci fa inorridire ma non ci intimidisce”, aggiunge il Patriarca di Venezia Francesco Moraglia. “Ci sgomenta perché indegna dell’uomo, ma ci fortifica nell’opporci ad essa con ogni nostra forza sul piano culturale, spirituale, umano”.  “In nome di Dio – ha aggiunto – cambiate il vostro modo d’essere. Iniziate dal cuore. Abbiate questo coraggio”. “Ciascuno di noi è qui con la sua storia, le sue idealità, il suo credo religioso o di vita ma tutti insieme vogliamo dare a Valeria, cittadina di Venezia e del mondo, l’ultimo saluto”. “Increduli per quanto l’irrazionalità dell’odio ha compiuto a Parigi – ha detto ancora Moraglia – oggi ci troviamo riuniti in questa Piazza e sullo sfondo c’è la Basilica, entrambe intitolate all’evangelista Marco. Piazza e Basilica sono simboli universali di Venezia, città-ponte tra culture differenti e differenti popoli”.  “Carissima Valeria, l’ultimo pensiero è per te. Ci lasci come tuoi valori il tuo impegno nello studio e nel volontariato, il tuo desiderio di spenderti per una società più giusta. E in questo momento di commiato, ti offro insieme alla Chiesa che è in Venezia, con tutte le confessioni cristiane presenti in questa città unica e universale, l’umile gesto della nostra preghiera e la benedizione del Signore come è stata richiesta”.

“Le parole che hai sentito, Valeria, ti accompagneranno nella tua vita eterna. Noi pensiamo che i giusti non moriranno mai” sono le parole ancora di Scialom Bahbout,rabbino capo di Venezia. “Potrai essere un grande esempio per noi – ha aggiunto -, il mondo è stato creato per persone come te che vogliono condividere il bene ricevuto”. “Tu avresti potuto essere – ha concluso – uno dei leader che possono cambiare il mondo”.

Sui pennoni davanti la Basilica di San Marco sono esposte a mezz’asta il tricolore italiano e la bandiera europea. Mentre sulle transenne si nota un grande striscione con su scritto: “Ciao Valeria, figlia nostra angelo nel cielo”. Ciao Valeria.