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50 Cent, un monumento dell’hip hop

Il 25 settembre 2005 il rapper 50 Cent, uno dei monumenti dell’hip hop, si esibisce al Palalottomatica di Roma. È il primo di un breve tour italiano di tre tappe. La seconda sarà al Vox Club di Bologna e la terza e ultima al Forum di Assago.

Tenacia, furbizia e capacità di comunicare

50 Cent, che all’anagrafe si chiama Curtis Jackson, è un raro esemplare di tenacia, furbizia da strada e capacità di comunicare senza tante mediazioni di comodo. Egocentrico, violento, aggressivo, maschilista, bandito, gangster, da tempo si sprecano le definizioni, prevalentemente negative, di questo fenomeno di massa che ha conquistato prima le strade dei ghetti neri statunitensi e poi il pubblico di tutto il mondo. La critica musicale fa oggettivamente fatica a capirlo completamente. Curtis, il futuro 50 Cents apre gli occhi sul mondo in seno a una dinastia legata al mondo dello spaccio nella circoscrizione del Queens, a New York e nel breve volgere di pochi anni deve imparare a cavarsela da solo. Orfano giovanissimo si guadagna i gradi del ghetto agli angoli del quartiere, sul marciapiede del Guy R. Brewer Boulevard dove inizia a darsi da fare per riempire tasche e stomaco senza guardare troppo per il sottile. Sulla strada vive e sulla strada incontra il rap, una forma espressiva che gli sta addosso come un vestito comodo. Il suo primo contratto discografico lo lega alla JMJ, l’etichetta del DJ dei Run DMC, Jam Master Jay, che morirà assassinato nel suo studio di registrazione. Proprio da lui 50 Cents impara come gestire un brano, i ritornelli e la costruzione delle strofe.

Nove pallottole

Nel 1999, i Trackmasters, produttori di successo, riescono a farlo scritturare dalla Columbia Records. Per vincere la sua indolenza lo chiudono per due settimane e mezzo in uno studio di registrazione di New York e mettono le basi per l’ormai leggendario album Power Of A Dollar, mai pubblicato, ma diffuso ugualmente dalle radio di strada e dai mixtape. Il giocoso inno alla rapina How to Rob (Come rubare) in cui immagina di intaccare le fortune dei rapper più popolari gli fa il vuoto intorno. In molti, da Jay-Z a Big Pun, a Sticky Fingaz e Ghostface Killah gli rispondono con canzoni minacciose. Non sono soltanto parole. Nell’aprile del 2000, 50 Cent viene colpito da nove pallottole, una delle quali, da nove millimetri, lo centra in volto. Sopravvive, ma deve ricominciare da capo perché la Columbia Records lo scarica. L’uomo non si deprime e decide di continuare senza major tra i piedi con l’aiuto di un nuovo socio e amico, Sha Money XL. Insieme producono decine di brani contando sul responso della strada, spesso in grado di far la differenza nel mondo del rapLa svolta arriva quando Eminem annuncia ai quattro venti che «è 50 Cent il mio rapper preferito» e decide di prenderlo sotto la sua ala. È l’inizio del successo planetario scandito dal già citato Get Rich or Die Trying che vende quasi un milione di copie nei primi cinque giorni e dal successivo The Massacre. Nel 2015, secondo Forbes, 50 Cent possedeva un patrimonio di circa 155 milioni di dollari. È uno degli artisti hip-hop più ricchi del mondo.

 

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