È il 30 dicembre 1952 quando la Corte d’Assise di Palermo emette una sentenza destinata a fare scalpore e a restare nella memoria collettiva.
L’assassinio di Placido Rizzotto
«La Corte di Assise visto l’art. 479 cpp assolve Liggio Luciano, Criscione Pasquale e Collura Vincenzo dai reati loro rispettivamente ascritti per insufficienza di prove, ed ordina le scarcerazioni degli ultimi due se non detenuti per altra causa, e revoca il mandato di cattura nei confronti di Leggio Luciano». Per voce del suo presidente Gionfrida la corte chiude il processo nei confronti dei tre componenti di spicco del vertice mafioso di Corleone accusati di avere assassinato la sera del 10 marzo 1948 il sindacalista Placido Rizzotto.
Quattro anni di indagini
La lettura di quelle semplici e stringate quattro righe dattiloscritte vanifica quattro anni di pazienti indagini condotte dal capitano dei carabinieri Carlo Alberto Dalla Chiesa. L’accusa non si arrende a quella conclusione e ricorre in appello, ma anche in questo grado di giudizio viene l’assoluzione viene confermata dalla sentenza di appello dell’11 luglio 1959. Un nuovo ricorso non sortisce alcun affetto. La sentenza d’assoluzione diventerà definitiva il 26 maggio 1961, quando la Corte di Cassazione si pronuncia contro il ricorso proposto dal pubblico ministero.