Home C'era una volta Beaver Harris, un batterista dalle sonorità secche e scintillanti

Beaver Harris, un batterista dalle sonorità secche e scintillanti

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Il 20 aprile 1936 nasce a Pittsburgh, in Pennsylvania, il batterista e percussionista Beaver Harris, registrato all’anagrafe con il nome di William Godvin Harris.

Buoni maestri e prestigiose scritture

La madre di Beaver è una ballerina che suona anche il pianoforte. Il ragazzo compie studi musicali con Stanley Leonard, Charles Bell, Kenny Clarke, Dante Agostini, Richard Fitz e Marshall Brown. Ottiene i primi ingaggi professionali con gruppi locali e nel 1963 si trasferisce a New York, dove ottiene le prime scritture di rilievo con Sonny Rollins, Thelonious Monk, Joe Henderson, Freddie Hubbard. Nel 1967 entra a far parte del gruppo del sassofonista Archie Shepp, con cui collabora quasi ininterrottamente fino al 1976. Non rinuncia però a collaborare e incidere anche con Albert Ayler e Marion Brown.

360 Degree Music Experience

Nel 1968, assieme al pianista Dave Burrell, fonda un gruppo sperimentale, la 360 Degree Music Experience, di cui entrano a far parte, in vari periodi, Grachan Moncur, Ron Carter, Jimmy Garrison, Ricky Ford, Don Pullen, Ken McIntyre, Cecil McBee, Cameron Brown, Ron Burton, Azar Lawrence, Hamlet Bluiett, ecc. Nella sua carriera Beaver suona anche con musicisti quali Gato Barbieri, Lee Konitz, Jim Hall, Eddie Gomez, Warren Chiasson e Chet Baker. Presente in numerosissime incisioni di Shepp, di cui è stato uno dei più validi collaboratori, Harris è un batterista estremamente dotato che si affida a sonorità secche e scintillanti che vengono prodotte avvalendosi di un costante e poliritmico uso dei piatti. Nella seconda parte della carriera la critica ha rilevato un certo avvicinamento al modello interpretativo di Roach, con un maggior utilizzo delle pelli quasi richiamando una sorta di retaggio ancestrale che esplicita nell’album African Drums. Muore a New York il 22 dicembre 1991.

 

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".