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Fabrizio Frizzi: «Lieto di essere socio del sole»

Fabrizio Frizzi

Ripubblichiamo l’intervista che Fabrizio Frizzi concesse al nostro quotidiano nel 2015. Un omaggio ad un grande conduttore, amico, inoltre, della natura.

 

Fabrizio Frizzi questa settimana è ospite di dailygreen.it: “Sono lieto di essere socio del sole”.

Questa la nostra intervista.

Sappiamo che Fabrizio Frizzi nel suo piccolo “produce energia”. E’ vero?
In parte sì. Come tanti italiani che desiderano investire sul futuro, quando ho dovuto ristrutturare la casa in cui sarei andato a vivere ho pensato di mettere sia i pannelli fotovoltaici (per produzione di energia elettrica) che quelli solari (per produzione di acqua calda). Mi piaceva l’idea di diventare socio del sole – e della società che dà l’energia agli italiani – ma anche la convenienza a lungo termine. E così ogni giorno i miei pannelli fanno il loro lavoro ed elaborano un poco di energia elettrica… Sapere che anche io, insieme a tanti, produca energia pulita, naturale, mi fa sentire meglio…

Come vivi il tuo rapporto con l’ambiente? Cos’è per te l’ecologia?
Cerco di rispettare l’ambiente, ed è una cosa che ho imparato tanti anni fa. Quando avevo 18 anni la mia auto in certi momenti era un serbatoio di immondizia, accumulata per poi traslocarla
nell’apposito contenitore. Non voglio fare il professorino, ma non mi piace vedere persone che trattano il suolo pubblico come una pattumiera. Vorrei vedere come reagirebbero se a casa loro qualcuno buttasse una carta o una cicca per terra.

Se ti dico la parola “verde” cosa ti viene in mente?
Un polmone che respira aria pulita.

Ti piacerebbe essere testimonial di una campagna di sensibilizzazione che promuova il rispetto per l’ambiente?
Ne sarei onorato.

Se dovessi essere tu il regista di questa campagna?
Mmm…, vediamo: la telecamera segue il traffico di una grande città, da un finestrino si vede una mano buttare fuori una carta sporca (o una cicca di sigaretta accesa). Stacco sul testimonial che raccoglie il rifiuto e che insegue la macchina per riconsegnare il tesoro perduto: “Mi scusi, ha perso questo”.
Oppure, tenendo presente che la cicca accesa può finire in faccia a uno sfortunato motociclista, penso allo stesso che raggiunge la macchina e la ributta dentro (accesa), come se fosse un semplice rimbalzo dal pavimento della città che vuole essere rispettato.

Però, entrambi efficaci.
In realtà basterebbe che i vigili con continuità, cominciassero a multare chi butta roba per terra o lascia rifiuti nei parchi. In poco tempo la gente sarebbe costretta a “maturare” comportamenti diversi.

Fabrizio Frizzi fa la raccolta differenziata?
Certo e spero che l’attenzione maniacale che si deve avere per non sbagliare serva davvero a qualcosa
(ovvero che poi la raccolta differenziata finisca proprio dove deve finire).

Dove lo butti il Tetra Pak?
Nel cassonetto della carta. Ho sbagliato?

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