Home C'era una volta Fess Williams, un leader che amava esagerare

Fess Williams, un leader che amava esagerare

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Il 17 ottobre 1975 muore a New York il clarinettista Fess Williams. Il suo vero nome è Stanley R. Williams.

Una passione nata in famiglia

Nato a Danville, Kentucky, il 10 aprile 1894 appartiene a una famiglia di musicisti della quale fa parte anche Charles Mingus che è appunto il nipote di Fess. Inizia a suonare da ragazzo. Il suo primo strumento è il violino cui seguono molti altri strumenti, primo fra tutti il clarinetto, che diventa il suo strumento preferito. Nel 1914 ottiene il suo primo ingaggio professionale a Cincinnati in seno al Frank Port’s Quartet. Nel 1919 forma la sua prima orchestra, che terrà in vita per diversi anni prima di trasferirsi a Chicago, dove nel 1923 suona con l’orchestra di Ollie Powers e con quella di Joe Oliver. L’anno successivo dirige un suo trio ad Albany e costituisce poi la Royal Flush Orchestra, una formazione destinata a durare per molti anni consecutivi.

La Royal Flush

Con la Royal Flush Orchestra si esibisce prima al Rosemont Ballroom di Brooklyn e quindi al Savoy Ballroom di New York, registrando nel contempo una nutrita serie di dischi ritenuti importanti per l’efficace originalità degli arrangiamenti e i pregevoli assoli di Hank Duncan (uno dei migliori esponenti della scuola stride), del trombettista George Temple e dello stesso leader che dimostra qui notevoli capacità tecnico-strumentali, sia pure inquinate da un’esasperata tendenza all’esagerazione e al gigionismo. Dopo una breve parentesi nelle formazioni di Dave Peyton a Chicago, ritorna a New York per riprendere la leadership della Royal Flush, che nel frattempo era passata sotto la direzione di Duncan. Negli anni Trenta la sua attività si riduce notevolmente e Fess dedica più tempo al lavoro di impresario che a quello di musicista anche se continua saltuariamente a suonare alla testa di proprie formazioni sino al 1964 circa.

 

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".