Venerdì 5 febbraio 1960 al cinema Capitol di Milano viene proiettato in prima visione assoluta “La dolce vita”, un film interpretato da Marcello Mastroianni, diretto e fortemente voluto da Federico Fellini.
Un impietoso affresco
Il film, cui ha collaborato anche lo scrittore Ennio Flaiano, è un grande e impietoso affresco d’epoca che con ironia prende di mira la volgarità dei nuovi ricchi, l’assurdità dell’aristocrazia e la mediocrità della borghesia. È un pugno nello stomaco per il pubblico milanese della “prima”, composto in gran parte dalla buona borghesia lombarda. Alla fine della proiezione i fischi superano per clamore gli applausi. Uno spettatore sputa addirittura addosso a Fellini, un altro lo sfida pubblicamente a duello.
Sarà un fiasco
Non va meglio alla proiezione privata in casa di Angelo Rizzoli, che ha prodotto il film insieme a Peppino Amato. Di fronte a un’accoglienza così sfavorevole l’imprenditore lombardo confida agli amici: «Se potessi mi ritirerei dall’impresa. Ho già capito che è meglio limitare le perdite perché sarà un fiasco». Il suo proverbiale fiuto questa volta si sbaglia. A molti critici il film piace e il pubblico ne farà uno dei campioni d’incassi della stagione.