Home C'era una volta L’ultima volta di Tina Turner con Ike

L’ultima volta di Tina Turner con Ike

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Il 27 ottobre 1973 con il brano Nutbush city limits il duo formato da Ike & Tina Turner entra per l’ultima volta nella classifica dei singoli più venduti negli Stati Uniti. È l’ultimo successo commerciale del duo, cui seguiranno solo successi di Tina come solista.

Uno dei periodi peggiori della vita di Tina

Il brano, un omaggio a, Nutbush, nel Tennessee, città natale della cantante, viene pubblicato quando i rapporti tra i due stanno rapidamente deteriorandosi fino al punto di non ritorno. In un’intervista concessa a Kurt Loder dieci anni dopo Tina ricorderà quel periodo come uno dei peggiori della sua vita: «Da una parte le cose andavano bene, vendevamo dischi, eravamo molto richiesti e ai concerti c’era sempre un sacco di gente; nella vita privata, invece, tutto andava a rotoli. Ike mi trattava malissimo e aveva iniziato a drogarsi pesantemente». La crisi finisce con la decisione della cantante di andarsene, incapace di reggere il calvario in cui si è trasformato il loro matrimonio: litigi, periodi di depressione e botte, tante botte.

Ricominciare è difficile

Il giorno che se ne va da casa ha con sé la cifra di trentasei centesimi e una borsa con qualche vestito. Per un po’ Ike si vendicherà telefonandole nel cuore della notte, incendiando la sua auto e sparando contro la sua nuova casa, poi i suoi problemi personali conditi con alcol e cocaina finiranno per travolgerlo e chiudere definitivamente la vicenda. Tina dovrà ricominciare da capo la sua carriera accettando di esibirsi in locali di quart’ordine o nelle feste d’inaugurazione dei centri commerciali. Nessuno sembrerà disposto a scommettere sulla sua ripresa. Uno solo, il giovane manager australiano Roger Davies tenterà l’impresa di riportarla agli antichi fasti. Ci riuscirà e dieci anni dopo Nutbush city limits il suo nome tornerà in classifica.

 

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Gianni Lucini
Scrivere è il mio principale mestiere, comunicare una specializzazione acquisita sul campo. Oltre che per comunicare scrivo anche per il teatro (tanto), il cinema e la TV. È difficile raccontare un'esperienza lunga una vita. Negli anni Settanta ho vissuto la mia prima solida esperienza giornalistica nel settimanale torinese "Nuovasocietà" e alla fine di quel decennio mi sono fatto le ossa nella difficile arte di addetto stampa in un campo complesso come quello degli eventi speciali e dei tour musicali. Ho collaborato con un'infinità di riviste, alcune le ho anche dirette e altre le dirigo ancora. Ho organizzato Uffici Stampa per eventi, manifestazioni e campagne. Ho formato decine di persone oggi impegnate con successo nel settore del giornalismo e della comunicazione. Ho scritto e sceneggiato spot e videogiochi. Come responsabile di campagne di immagine e di comunicazione ho operato anche al di fuori dei confini nazionali arrivando fino in Asia e in America Latina. Dal 1999 al 2007 mi sono occupato di storia e critica musicale sul quotidiano "Liberazione".